di Daniele Monaco

Milano, 26 novembre 2012 -Di notte terra di viados, risse e microspaccio. Di giorno quartiere della prostituzione alla luce del sole. A qualsiasi ora il panorama nella zona Abruzzi-Piccinni non cambia. Dalle 15 alle 6 del mattino travestiti, ragazze e signore di tutte le nazionalità aspettano i clienti a bordo strada. Lavorano sotto gli occhi di residenti insonni ed esasperati, dei pendolari in coda nell’ora di punta e persino dei bambini, all’uscita con i genitori dalle scuole materna, elementare e media di piazzale Bacone. Corruzione e innocenza hanno lo stesso indirizzo: Monteverdi, Paganini e Piccinni sono le vie dove si può liberamente contrattare una prestazione diurna da consumare in uno dei tanti alberghi a una stella. “Oppure lo facciamo all’aperto, fra gli alberi di viale Abruzzi ma più tardi, quando viene buio”, propone Sarah, nigeriana, fra le più giovani con i suoi 25 anni. “Bastano 50 euro e facciamo tutto – promette, con occhi stanchi -. Se non vuoi pagare la stanza mi dai 30 euro e andiamo tra le macchine. Torna alle 18”.

Sesso mercenario all’aperto: il comitato spontaneo Abruzzi-Piccinni l’ha denunciato con video e fotografie scattate di notte in via Vela, Nöe, Donatello e Abruzzi. “In via Piccinni le prestazioni avvengono persino lungo la corsia preferenziale del filobus 92”, afferma un residente già minacciato per il suo attivismo civico. E il mattino dopo davanti al portone di casa è sempre un panorama di sporcizia, fra deiezioni e profilattici. “Ma va bene anche senza preservativo – suggerisce Naima, tradita dalla vita a 18 anni -. Tanto il mio prezzo non cambia: sono sempre 60 euro più il costo dell’hotel”. Vietato conoscere l’insegna dell’alcova, prima di andarci insieme. “Niente costi d’albergo, andiamo a casa mia, all’inizio di viale Monza – è l’alternativa di Alice, sorridente signora cinese di circa 45 anni -. Sono 100 euro per un’ora e stiamo più comodi. Se ora non hai tempo prendi il mio numero di telefono così fissiamo un appuntamento”.

Fino alle 19 sono una dozzina le ragazze, africane, albanesi, romene, orientali, in questo triangolo di strade a un salto da corso Buenos Aires. Tre cinesi, cappotto e borsetta, aspettano i clienti all’angolo fra via Monteverdi e Piccinni. Difficile individuarle, confuse nel viavai. Arriva la polizia locale in servizio per il traffico e loro si spostano con calma sotto la pensilina della 92, mimetizzandosi fra la gente in attesa per continuare a lavorare. Possiamo contrastare la prostituzione solo chiedendo i documenti di soggiorno o sanzionando le infrazioni al codice della strada da parte dei clienti in automobile, per sradicare il fenomeno servirebbero investigazioni approfondite sullo sfruttamento”. È la desolata spiegazione di due vigili, mentre per i residenti cala l’ennesima notte insonne e il traffico del sesso si sposta in viale Abruzzi.

Dalle 2 la zona del Bar Basso viene frequentata anche da chiassosi viados e le prostitute vengono “accompagnate da auto a volte con targhe straniere”, denuncia il comitato. Le donne sono prevalentemente dell’est, «romene, albanesi, qualche bulgara, italiane (a volte tossicodipendenti), orientali». “Fra schiamazzi, risse e atti osceni non riusciamo più a dormire – denuncia un residente -. Nono stante questo sia un quartiere semicentrale ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni”.