Milano, 7 novembre 2012 - Il Pirellone vara il piano dell'aria. Ovvero 91 misure strutturali che agiscono sui tre grandi settori che emettono polveri sottili: i mezzi di trasporto (27%), il riscaldamento e la produzione di energia (63%), le attività agricole (10%). E Formigoni cavalca il documento per andare all'attacco: «L'Italia, nonostante ripetute insistenze dell'Unione europea e anche mie a tutt'oggi non ha un piano per la qualità dell'aria. E, a quanto risulta, non ce l'ha nemmeno nessun'altra Regione italiana (solo la provincia autonoma di Bolzano lo sta adottando)».

La giunta oggi ha dato l'ok al corposo documento presentato dall'assessore all'Ambiente Leonardo Salvemini. «Questo piano - spiega - ha un approccio che rispetta il principio di integrazione contenuto nel trattato sul funzionamento dell'Unione europea che impone di coinvolgere tutti i settori e gli aspetti della programmazione amministrativa e legislativa per una migliore tutela dell'ambiente».

Le misure previste sono 40 per i trasporti, 37 per l'energia e il riscaldamento, 14 per le attività agricole. Ciascuna è corredata da indicatori e analizzata sotto il profilo dei risultati attesi in termini di miglioramento della qualità dell'aria e di riduzione delle emissioni, e sotto il profilo dei costi associati, dell'impatto sociale, dei tempi di attuazione e della fattibilità tecnico-economica. Vengono proposte tempistiche di breve periodo (3 anni), di medio periodo (5 anni) e di lungo periodo (entro il 2020). In base alla normativa nazionale sono previsti ora 60 giorni per le osservazioni e 90 giorni per i pareri motivati, dopo di che il documento potrà essere definitivamente approvato.

Sarà supportata la diffusione del metano e del Gpl, della mobilità elettrica e la realizzazione di progetti sperimentali con il biometano. Allo studio anche nuovi strumenti informatici per le flotte dei veicoli pubblici e il rafforzamento del ruolo dei Mobility manager. Importanti saranno anche i benefici che si avranno con l'incremento delle tratte delle metropolitane milanesi (68,7 nuovi km) e delle ferrovie (151 km). Si stima che tali misure potranno garantire entro il 2016, ovviamente nel macro settore, una riduzione del 37% del Pm10 (600 tonnellate in meno).

Sul fronte energia, i riscaldamenti domestici incidono, sempre sul totale, per il 50%, inclusa la legna. Le 37 misure contenute nel piano consentiranno, entro il 2016, una riduzione del 23% di Pm10. Fra le misure si segnalano il censimento degli impianti domestici a biomassa legnosa, il divieto di utilizzo di quelli a bassa efficienza e l'obbligo della contabilizzazione del calore per gli impianti tradizionali, a partire dal 2014. Anche tramite misure di incentivazione sarà favorita la diffusione di caldaie con minori emissioni, di pompe di calore e del fotovoltaico. Entro il 2016, su tutto il territorio, sarà proibita la combustione della legna negli impianti con rendimento inferiore al 63%.

Nel settore agricolo le misure si concentrano fondamentalmente sul contenimento delle emissioni di ammoniaca attraverso processi gestionali e tecnologici; la produzione di energia da fonte rinnovabili; la realizzazione di pratiche agricole a basso impatto ambientale e di nuova forestazione e arboricoltura e il sostegno della rete ecologica regionale e della filiera bosco-legno-energia. Il Pria introduce politiche di sostegno alle aziende agricole per la realizzazione di impianti di produzione di energia rinnovabile e per l'implementazione di sistemi di riciclo dei reflui zootecnici. Si tratta di provvedimenti che mirano a ridurre in particolare l'emissione di ammoniaca. Le 14 linee d'azione proposte consentiranno una riduzione, nel breve periodo, del 7% di Pm10.