Milano, 30 ottobre 20120 - Il freddo è arrivato, ma nel caseggiato di viale Ca’ Granda 44 (un condominio misto a maggioranza popolare in zona Niguarda), i caloriferi sono ghiacciati. Niente servizio per 218 famiglie,lasciate al gelo. Il motivo? Un debito di circa 280mila euro. Una voragine che negli anni è diventata sempre più profonda, costringendo l’azienda erogatrice a sospendere tutto.

Lo spiega Simona Fregoni (Pd), presidente della commissione Case popolari e Demanio del Consiglio di zona 9: "La situazione si trascina da anni, dal piano di vendita degli alloggi voluto da Albertini nel ’99. A parte la cattiva gestione che ha indotto la morosità di tanti inquilini, il Comune, proprietario di gran parte delle case, non ha mai esercitato una funzione di controllo e di revisione dei conti. Il nuovo amministratore di condominio, nel 2007, ha ereditato una situazione pesantissima".

Già due anni fa, durante una nevicata, il riscaldamento era stato sospeso. E ora non è neanche partito. Altro problema: "Il Comune non può pagare la sua quota se prima non viene approvato il bilancio consuntivo. Cosa che è stata fatta pochi giorni fa: tardissimo", sottolinea Gianni Belli, segretario dell’Unione Inquilini che da tempo segue la vicenda.

In casa bisogna indossare i giacconi. "La soluzione, ora, è far partire immediatamente il riscaldamento – propone – stipulando un accordo con una nuova ditta e pensare al contenzioso con la vecchia, creditrice. Non si può aspettare".
Perché la gente batte i denti: "Mio padre è invalido, ha avuto un’ischemia polmonare e usa l’ossigeno. Stiamo con giubbotti e coperte di lana ed è inammissibile: abbiamo sempre pagato tutte le spese", afferma Federica Figini. Anche Nicoletta Delfino ha problemi di salute, "dovrei stare al caldo", spiega.

"Tra l’altro la manutenzione è carente. Gli infissi non sono mai stati cambiati", aggiunge Laura Boy del sindacato. In cortile si forma un capannello di gente e le lamentele piovono ancora: "Io sono invalida civile al cento per cento, ho due figli e un nipotino piccolo, come si fa a resistere?", si sfoga Elisa Gaiezza. E se il caso di viale Ca’ Granda è il peggiore, altri caseggiati non se la passano meglio. Esempio: nelle vie De Monte e Ciriè, solo in zona 9. "I condomini misti sono allo sbando – conclude Fregoni – ma il Comune ha iniziato a darsi da fare: ora c’è una persona dedicata solo a questo, a vigilare sui conti e a controllare la gestione degli stabili, cosa mai fatta in passato. Invito i cittadini a segnalare tutte le anomalie ai Consigli di zona, che potranno rivolgersi a questo ufficio. L’obiettivo è risanare una situazione diventata ormai insostenibile".

di Marianna Vazzana