Milano, 27 ottobre 2012 - E' stata un’operazione mordi e fuggi quella del collettivo Lambretta all’ex sede dell’istituto Rizzoli in piazza Occhialini, Città Studi, durata meno di un giorno. L’estremo tentativo di restare nel quartiere dopo lo sgombero dalle villette di piazza Ferravilla, proprietà Aler, invase per mesi dagli stessi ragazzi. I riflettori, però, restano puntati sui palazzi ancora preda di antagonisti e centri sociali. Tanto che nelle Zone 2 e 6 i consiglieri di opposizione si scatenano per chiedere interventi immediati: "Ci sono altri stabili — sostengono — da restituire ai cittadini o ai legittimi proprietari, che purtroppo hanno le mani legate". In via Arbe 50, a pochi metri da viale Zara, spicca l’edificio verde-azzurro ribattezzato "Officina dei beni comuni", occupato dal 30 marzo.

"Questo spazio abbandonato per 20 anni — spiegano i simpatizzanti dell’Officina su internet — è diventato una sorta di casa del popolo con aree a disposizione di giovani e meno giovani, per sviluppare progetti e servizi al quartiere e a tutta la città". Tra cui il fiore all’occhiello: un mercato solidale. "Peccato sia tutto abusivo", tuona il consigliere di Zona 2 Samuele Piscina (Lega), che pretende lo sgombero. L’ennesimo documento ad hoc è in discussione al parlamentino. Tanto per cominciare, "l’occupazione — si legge — è già stata denunciata dalla proprietà che ha richiesto da diversi mesi lo sgombero".

E "alla questura sono pervenuti diversi esposti da parte dei cittadini". Non solo: "Prosegue un’attività di vendita di alimentari priva di licenza, senza emissione di scontrini fiscali. Tale iniziativa viene sponsorizzata con manifesti e volantini nei quali si esplicita una collaborazione con Coldiretti, in realtà mai avvenuta". E ancora: "Gli occupanti hanno dichiarato l’esistenza di una trattativa con la proprietà per l’affitto dello stabile. Tale trattativa però non risulta sia in atto né alla proprietà della palazzina né al Consiglio di zona". A questore e prefetto si chiede di agire in tempi brevi per riportare la legalità, mentre al sindaco Giuliano Pisapia e all’assessore alla Sicurezza Marco Granelli "di farsi portavoce dell’istanza".

Stessa musica in Zona 6. A scaldare gli animi della minoranza del parlamentino è il caseggiato di Ripa di Porta Ticinese 83, di proprietà comunale. L’ultimo blitz con sgombero in grande stile risale a giugno 2010: allora i militanti del "Laboratorio zero" (una cinquantina) erano stati mandati via da oltre un centinaio di agenti di polizia e carabinieri. Lo stesso centro sociale in cui a novembre del 2009 erano stati arrestati cinque esponenti del mondo anarchico milanese accusati di rapina e lesioni personali.

Ma la calma è durata poco: "Nel palazzo — spiega Massimo Girtanner (Pdl), consigliere di zona — ora ci sono i punkabbestia". A luglio ha presentato una mozione urgente per segnalare la situazione e ottenere interventi, "ma sarà in discussione in Consiglio solo tra due settimane, nonostante i residenti abbiano chiesto aiuto denunciando l’aumento di furti e atti di vandalismo». Così «si chiede all’assessore alla Sicurezza di portare al Tavolo preposto questa ennesima occupazione prima che episodi ben più gravi, legati all’insediamento, riempiano le pagine dei giornali". Non solo: spesso, il sabato, l’attiguo parco viene colonizzato da un mercatino abusivo, come conferma il leghista Giuseppe Goldoni. Nel prato si affollano punkabbestia e rom.

di Marianna Vazzana