Milano, 22 ottobre 2012 - Una sera non ce l’ha fatta proprio più. Stanco di subire le urla e le botte della mamma, è uscito di casa in pigiama senza scarpe e si è presentato così alla stazione dei carabinieri. Paolo (ndr il nome è inventato) è un ragazzino di origini africane adottato da una famiglia mista - italiano il padre, nigeriana la madre - residente nell’hinterland.

Oggi ha 15 anni. Il problema è che dopo di lui i suoi genitori hanno avuto anche un figlio biologico, e da quel momento la vita di Paolo si è trasformata in un inferno: per anni la mamma adottiva, che chiaramente gli preferiva il fratello, non gli ha risparmiato percosse, urla, umiliazioni. Fino a quella sera di aprile 2009, quando lui, dodicenne, ha trovato il coraggio di andare a denunciarla. Così la donna è stata processata per maltrattamenti e condannata nei giorni scorsi dal tribunale a un anno e sei mesi di reclusione.

Ma quella di Paolo non è una storia a lieto fine. Affidato temporaneamente ai nonni paterni, da tempo vive in comunità dove però deve curarsi anche con psicofarmaci. Soffre di un disturbo "schizoaffettivo con distorsione della personalità", proprio a causa del trauma subito e della perenne mancanza di affetto. La sera in cui Paolo se n’era andato di casa, la mamma - raccontò il ragazzo ai carabinieri - era fuori di sé perché aveva trovato un lavandino rotto e aveva dato la colpa a lui. Ma quella era stata solo la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

"Mia madre mi picchiava, certe volte con i pugni e certe volte con le sedie", aveva aggiunto in lacrime. La sua colpa, evidentemente, era quella di esistere. "Metti che dei vestiti si strappavano... lei non sapeva spiegare... e dava la colpa a me... poi man mano prendeva le mie cose, mi bucava sempre le scarpe, cioè mia mamma mi faceva i dispetti a me...". Scene che avvenivano anche in presenza del padre, che non aveva saputo difenderlo, confermate in qualche modo dai nonni e solo minimizzate dalla mamma stessa, che davanti ai giudici ha tentato di scaricare ogni responsabilità sul carattere del ragazzo.

Il tribunale però - presidente Fabio Roia - non gli ha creduto e ha sospeso alla donna anche la patria potestà sul fratello minore di Paolo, che vive ancora con i genitori, sollecitando il tribunale per i minori ad intervenire. La madre adottiva dovrà anche versare al ragazzino di origini africane 40 mila euro a titolo di risarcimento dei danni morali.

di Mario Consani
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