Milano, 10 ottobre 2012 - Domenico Zambetti, assessore regionale alla Casa della giunta Formigoni, è stato arrestato con l’accusa di voto di scambio. Avrebbe pagato 200 mila euro a due esponenti della ‘ndrangheta per acquistare un pacchetto di 4000 preferenze, decisivi per la sua rielezione nel 2010. Uno è Giuseppe D'Agostino, gestore di locali notturni, già condannato negli anni scorsi per traffico di droga, che appartiene alla cosca calabrese Morabito-Bruzzaniti; l'altro, referente del clan Mancuso, è l'imprenditore Eugenio Costantino. L'ultimo scandalo politico al Pirellone rischia di far crollare la giunta Formigoni:la Lega infatti ha ottenuto la firma delle dimissioni dei suoi assessori e consiglieri e intende utilizzarle per gestire la situazione in Regione.  

IL CASO ZAMBETTI - A carico di Zambetti (per cui è stato anche ipotizzato il reato di concorso esterno in associazione mafiosa) vi sarebbero intercettazioni telefoniche che documentano le fasi del pagamento. In una di queste due arrestati (Eugenio Costantino e Ciro Simonte) conversano e il primo dice: "Hai visto quel 'pisciaturu' (uomo di poco conto, ndr) di Zambetti, come ha pagato -afferma uno degli arrestati- Eh.... lo facevamo saltare in aria.... Ciru'.... eh, tu l'avevi letta la lettera che gli hanno mandato?" E l'altro risponde: "Sì... il pizzino!" In un'altra D'Agostino si interessa dello stato di salute dell'assessore e ''gli raccomanda 'bisogna fare attenzione ...' ed aggiunge, dopo una lunga e significativa pausa 'con il mangiare ...'''

L'arresto è stato chiesto dal pm della Dda Giuseppe D'Amico ed è stato disposto dal gip Alessandro Santangelo. In carcere c'è finito anche Ambrogio Crespi, fratello minore di Luigi, ex sondaggista preferito di Silvio Berlusconi. Era Crespi, secondo l’accusa, a rastrellare i voti nei quartieri periferici di Milano, grazie ai suoi numerosi contatti con la malavita organizzata. Nell'ordinanza è incluso anche il nome del sindaco di Sedriano, Alfredo Celeste, per fatti non riguardanti la compravendita dei voti: lui è finito ai domiciliari con l'accusa di aver dato 'spinte' e raccomandazioni, favorendo una persona invece che un'altra nelle gare di appalti, a chi lo aveva aiutato in campagna elettorale.

 

RAFFICA DI ARRESTI - Sono 20 le persone arrestate (una ai domiciliari e 19 in carcere) nell’operazione che ha coinvolto l’assessore regionale alla casa Domenico Zambetti. Nel comunicato emesso dal capo della procura Edmondo Bruti Liberati c’è anche l’indicazione di due obblighi di dimora. I reati contestati sono oltre al voto di scambio, il concorso esterno in associazione mafiosa (‘ndrangheta) e la corruzione.

 

INQUINATE ELEZIONI ANCHE A MILANO - “E’ stata inquinata la vita democratica del paese, perchè le elezioni sono il momento in cui il popolo liberamente sceglie chi eleggere, ma se c’è lo scambio voti in cambio di soldi con la criminalità organizzata salta tutto”. Lo ha detto i pm Ilda Boccassini nella conferenza stampa relativa all’arresto di 20 persone tra cui l’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti. Boccassini ha anche ribadito: “C’è una pletora di imprenditori che sceglie di rivolgersi all’anti-stato e non alle autorità. Fatto particolarmente grave in momento di crisi economica”.

Furono inquinate anche le elezioni del 2001 per il comune di Milano”. Lo dice il pm Giuseppe D’Amico nella conferenza stampa relativa all’arresto di 20 persone per voto di scambio con la ‘ndrangheta. Il magistrato parla di Vincenzo Giudice che avvicinato dai clan rifiutò di pagare ma accettò i voti a favore della figlia Sara promettendo favori a livello di appalti sia a Cosenza sia a Milano.

 

FORMIGONI NON SE NE VA - "Ho le notizie che avete voi. E’ chiaro che quello di cui si sta parlando è qualcosa di estremamente grave, pero’ non ho notizie diverse da quelle che hanno battuto le agenzie questa mattina. Quindi intendo approfondire e vedere di cosa si tratta”. Il presidente della Regione Roberto Formigoni a margine della cerimonia delle bandiere per Expo ha commentato così l’arresto dell’assessore regionale alla Casa Domenico Zambetti. “Ovviamente all’assessore Zambetti è revocata la sua delega assessorile che sarà gestita senza rottura di continuità già dagli incontri di questa mattina dal direttore generale Nova e dall’assessore Ruffinelli per la firma di un importante accordo”, ha poi aggiunto. “Il fatto è molto grave, vediamo quali sono le notizie che filtreranno nelle prossime ore”. Il presidente ha assunto ad interim le deleghe dell'assessore.

 

CENTROSINISTRA IN RIVOLTA, PRONTO A DARE DIMISSIONI - Le opposizioni del centrosinistra in Regione Lombardia hanno deciso oggi di non partecipare ai lavori delle Commissioni consiliari e agli impegni istituzionali della Regione Lombardia, dopo l’arresto dell’assessore Domenico Zambetti. "Un’accusa gravissima" ha detto il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina. Alle 18 è attesa una manifestazione dei democratici sotto Palazzo Lombardia. Obiettivo: chiedere il voto immediato in Regione.

I consiglieri di Pd, Idv e Sel in Regione sono infatti pronti a dimettersi e invitano i colleghi, anche della maggioranza, soprattutto della Lega, a fare altrettanto in modo da arrivare a 41 consiglieri dimissionari, far decadere il Consiglio Regionale e tornare subito al voto. Lo hanno spiegato durante una conferenza stampa al Pirellone i capigruppo Luca Gaffuri (Pd), Stefano Zamponi (Idv) e Chiara Cremonesi (Sel). Come spiegato durante l’incontro la disponibiltà a presentare le dimissioni è stata data per il momento dai 21 consiglieri del Pd, dai 3 dell’Idv e dai 2 di Sel e l’appello è quindi rivolto agli altri consiglieri di opposizione (3 Udc, Elisabetta Fatuzzo del Partito Pensionati e Filippo Penati del gruppo misto), oltre che ad almeno 10 consiglieri fra Lega e Pdl.

  

UN ANNO PER L'ARRESTO - Il gip Alessandro Dantangelo in pratica ha impiegato un anno per decidere di firmare la richiesta di arresto per l’assessore Domenico Zambetti e altre 19 persone accusate a vario titolo di concorso esterno in associazione mafiosa, corruzione e voto di scambio. Dall’ordinanza risulta infatti che la richiesta di arresto venne mandata dal pm Giuseppe D’Amico al gip il 28 novembre del 2011. Con ogni probabilità in questo lasso di tempo ci sono state delle richieste di integrazione dell’istanza alla fine soddisfatte dalla procura.

 

LE REAZIONI DEL MONDO POLITICO -

Giuliano Pisapia, sindaco di Milano: "Non si può più andare avanti così. Questo è sicuro" (LE DICHIARAZIONI IN VIDEO).

Walter Veltroni, ex segretario del Pd: "Quando denunciavo le infiltrazioni delle mafie e il Prefetto di Milano rispondeva che a Milano la mafia non esiste".

Paolo Ferrero, segretario di Rifondazione Comunista: "Cinque in Giunta e 13 in Consiglio: la Regione Lombardia ha più indagati del carcere di San Vittore. E' evidente che in Lombardia l'intero sistema è malato, deviato, sporco: Formigoni si deve dimettere e bisogna andare subito a nuove elezioni".