Milano, 2 ottobre 2012 - Benzina Cara, carissima. E se gli automobilisti soffrono, fornitori e benzinai si arrangiano. E, talvolta, imbrogliano. Tutto (o quasi) pur di non dover pagare la tassa sui carburanti che è altissima e supera il 50% del prezzo al consumo. Il maggiore Giuseppe Rizzo del Nucleo di polizia tributaria di Milano, comandante della sezione accisa e olii minerali, è il finanziere che guida la caccia a produttori e rivenditori di carburante disonesti. Nel 2012, a Milano e provincia, i suoi uomini - distribuiti in undici tra gruppi e reparti territoriali - hanno condotto un centinaio di verifiche su produttori, depositi e distributori stradali.
 

I risultati, maggiore?
«Abbiamo riscontrato molte violazioni delle norme, per lo più di tipo amministrativo nella tenuta dei registri di entrata e uscita del carburante, ma in qualche caso anche di rilevanza penale. Abbiamo messo i sigilli a due impianti di distribuzione risultati manomessi, sequestrato 4 tonnellate di prodotto e un automezzo, denunciato alla magistratura tre persone».


L’obiettivo dei truffatori è creare delle riserve di carburante in nero da poter rivendere senza pagarci le tasse. Come ci provano distributori e rivenditori?
«In diversi modi. “Allungando” il carburante con l’acqua, per esempio, oppure manomettendo i suggelli in modo da far tornare indietro il totalizzatore della colonnina distributrice o rallentando il movimento del rullo con un telecomando. O, ancora, rifornendosi sul mercato parallello dell’agricoltura o del riscaldamento degli stabili, perché per quel tipo di impiego il carburante ha un’accisa molto più bassa. In quel caso cercando necessariamente complici tra fornitori o amministratori di palazzi e condomini. A un livello più sofisticato di truffa, ci sono poi società produttrici che grazie a false fatturazioni fingono di vendere il carburante su mercato estero risparmiando accisa e Iva, e invece alimentano il mercato nero in Italia».
 

E voi come riuscite a contrastare tutto questo?
«Con vari tipi di controlli. Quelli amministrativi sui registri di carico e scarico del prodotto, per esempio, o le prove di erogazione ai distributori, per accertarci che le quantità siano corrette. E poi controlli di qualità sul carburante, per verificare che non sia annacquato o magari “tagliato” anche con sostanze inquinanti. Oltre a verifiche più elementari che dovrebbe fare anche l’automobilista-consumatore...».
 

Quali?
«Accertarsi che il prezzo pubblicizzato dai cartelloni stradali corrisponda davvero a quello praticato, per esempio. O che il distributore azzeri correttamente il display prima di ogni rifornimento. E per avere una percezione migliore delle quantità reale del rifornimento, è meglio far benzina quando si è in riserva».