Milano, 28 settembre 2012 - Sette ore al giorno underground. Da ventuno anni. È la vita di Vincenzo Fusco, macchinista della linea 2 della metropolitana. Già, proprio la «verde», che mercoledì è andata in tilt per qualche ora dopo lo scontro tra due convogli nella galleria che collega le fermate Gioia e Garibaldi: "Ho sentito il mio collega stamattina (ieri, ndr) — esordisce Fusco, delegato del sindacato Orsa per la disciplina — è ancora sotto choc: gli staremo vicini, sente forte il peso di quello che è successo". Perché "dietro un errore, ancora tutto da verificare nel caso specifico, c’è un uomo che si sveglia ogni giorno per fare il proprio dovere. Purtroppo, non possiamo rimediare agli errori come gli impiegati...".

Cosa intende dire?
"Con tutto il rispetto per gli impiegati, se loro sbagliano a scrivere qualcosa, possono strappare il foglio e riscrivere. Per noi è diverso: se sbagliamo qualcosa, e può succedere viste le pressioni alle quali siamo sottoposti, ci vanno di mezzo le persone che trasportiamo. E vi assicuro che ci pensiamo in ogni momento: non usciamo di certo la mattina per mettere a rischio l’incolumità dei passeggeri".

Lei parla di pressioni: a cosa si riferisce?
"Mi riferisco allo stress psico-fisico legato alla nostra professione, specie quando abbiamo il primo turno".

Lavorate su turni?
"Sì, la giornata, che va dalle 5 del mattino all’1.30 del giorno dopo, è divisa su tre turni".

Com’è la sua giornata quando ha il primo turno?
"Sveglia alle 4 per arrivare in anticipo al lavoro e predisporre tutto per il viaggio, si stacca alle 12".

In sette ore, quante volte percorre su e giù la linea 2?
"Faccio il percorso completo per quattro volte, anche se i tempi di percorrenza variano a seconda della tratta".

Lei guida la metropolitana da 21 anni, e i convogli della linea 2 da 12: com’è cambiato il suo lavoro in questo periodo?
"Beh, è cambiato tanto. Oggi sono sempre di più i milanesi che scelgono la metropolitana, vuoi per Area C vuoi per la crisi economica. All’aumento del numero dei passeggeri è corrisposto un incremento della frequenza dei treni. Quindi, serve maggiore attenzione da parte nostra, visto che ormai passa un convoglio al minuto o poco più. È un lavoro sempre più impegnativo e complicato da fare, con un carico di responsabilità che in tanti faticano a comprendere".

Due giorni fa qualcosa è andato storto.
"Questo lo diranno le inchieste della magistratura e dell’Atm. Io posso solo dire che noi ce la mettiamo tutta per dare ai milanesi il miglior servizio possibile".

nicola.palma@ilgiorno.net