di Luca Zorloni

Milano, 28 settembre 2012 - Piazza Oberdan, piazza bifronte. Come Giano, mitica figura della religione romana dal doppio volto. Sul lato dei numeri pari la faccia pulita, con aiuole in fiore e pavimentazione più o meno in ordine. I civici dispari si affacciano invece sulla Oberdan da nascondere: monumenti transennati, verde trasandato e una serie di progetti di riqualificazione dispersi nei meandri della politica locale.

Oberdan è l'ingresso al centro per chi arriva da corso Buenos Aires, ma l'aspetto è impresentabile. A maggio le colonne e l'ingresso degli ex bagni pubblici, i due monumenti della piazza, sono stati imbrigliati dalle transenne. Le aveva voluto l'allora vicesindaco Riccardo De Corato, in sedici mesi non sono scomparse. Imprigionano anche il volto di Cristo disegnato a graffiti sull'edicola dell'ex ingresso ai bagni pubblici.

L'elegante pensilina in stile liberty è stata recintata per impedire che i senzatetto lo usassero come bivacco. L'espediente non ha sortito alcun effetto e i commercianti del rione continuano a lamentarsi. I residenti vorrebbero più verde. Nel 2008 la Commissione ambiente di zona 3, allora guidata dalla pidiellina Benedetta Borsani, invitò alcuni studenti della facoltà di Architettura a disegnare piccole oasi in angoli abbandonati del rione.

C'era un progetto anche per piazza Oberdan, depositato agli atti dell'ultimo parlamentino prima delle amministrative del 2011. Da allora motori spenti. Da riscoprire anche la piazza Oberdan sotterranea. Nasconde i bagni pubblici ipogei, chiusi nel 2008. «Bellissimi - dice il barista Andrea Guacci - , dovrebbero usarli per le sfilate».

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