Milano, 20 settembre 2012 - Per i 23 agenti della Cia condannati definitivamente ieri sera dalla Corte di cassazione a pene  comprese tra i 7 e i 9 anni per il sequestro dell'ex imam di Milano  Abu Omar, si va verso un mandato di arresto europeo oltre ad una richiesta di estradizione. Ma il passaggio non sarà immediato. Alla procura generale di Milano si attende l'arrivo del verdetto pronunciato ieri dai colleghi della Suprema Corte.

Dispositivo alla  mano l'ufficio esecuzioni dovrà, prima di tutto, calcolare gli anni di pena effettivi: le 23 condanne avranno uno "sconto" di tre anni per effetto dell'ultimo indulto. Quindi, poichè gli agenti Cia avranno comunque condanne da scontare sopra i tre anni, l'ufficio inoltrerà le pratiche alla Questura perché avvii le sue ricerche. L'esito, scontato, sarà di irreperibilità. A questo punto i magistrati chiederanno l'emissione di 23 mandati di arresto europei.

Contemporaneamente la procura generale, ricevuto il verdetto e il verbale di vane ricerche, si attivera' per dare il via ad una richiesta di estradizione. Richiesta che sarà trasmessa, per tutte le sue valutazioni, al Ministero della Giustizia.

La sentenza, che ha inoltre ordinato un nuovo processo per l'ex numero uno del Sismi Niccolò Pollari e altri quattro alti funzionari, secondo Amnesty International è "un passo avanti verso la fine all'impunità. Dopo il rapimento, Usama Mostafa Hassan Nasr era stato trasferito in Egitto, dove era stato sottoposto a torture. "La Corte, in questo modo, ha riconosciuto che un segreto di stato generalizzato non può essere invocato per evitare che i governi debbano rendere conto delle violazioni dei diritti umani", ha affermato Julia Hall, esperta di Amnesty International su antiterrorismo e diritti umani.