Milano, 20 settembre 2012 - "Non siamo entusiasti del piano presentato dall’azienda. Ci sembra piuttosto che ci sia un attacco all’ospedale San Raffaele e alla sanità in generale. Si minacciano licenziamenti e si pone in alternativa un attacco pesante a salari, diritti e condizioni lavorative di tutti noi e poi ancora licenziamenti. E’ evidente la volonta’ di far cassa sulla pelle dei lavoratori e dell’utenza’’. Queste le parole e le preoccupazioni espresse da Angelo Mulé, coordinatore dell’Rsu del San Raffaele, al termine della riunione di questa mattina dei delegati sindacali.


La lettera di risposta alla proposta dell’amministrazione non è stato ancora redatta, ma ‘’l’amministrazione avra’ la sua risposta all’inizio della prossima settimana - continua Mulé - Questa mattina intanto distribuiremo dei volantini al nostro presidio sito sul piazzale dell’ospedale e domani discuteremo della situazione durante l’assemblea dei lavoratori’’
 

La presa di posizione, come si legge dai volanti, è comunque netta. "Non possono essere accettati passi indietro né su diritti di lavoratori e pazienti, né sulla retribuzione, frutto di lotte portate avanti nel nostro Ospedale. Retribuzioni che non sono certamente stellari, anzi a stento consentono di far fronte alle necessita’ primarie. L’attuale situazione non è stata determinata dai lavoratori, in particolare quelli del comparto e non devono essere i lavoratori a farne le spese’’.


Secondo il coordinatore dell’Rsu, ‘’la proprietà quando ha acquisito il San Raffaele conosceva la situazione e non puo’ pretendere di far cassa subito, altrimenti significherà sancire la distruzione dell’ospedale’’. Il problema a questo punto, conclude Mule’, "non sono i lavoratori e se sono disposti a fare sacrifici, ma il mantenimento in vita sul territorio milanese del San Raffaele, che è un bene di tutti, della città di Milano, della Lombardia, e dell’Italia. Pertanto dovremo portare la nostra lotta sempre piu’ fuori dal recinto delle mura dell’ospedale dove l’amministrazione vorrebbe rinchiuderci’’.