Milano, 19 settembre 2012 - In tempo di crisi, sono già molti i milanesi che hanno trovato il modo per andare in vacanza al costo di un solo euro. Scambiandosi la casa e viaggiando ovunque. È l’idea di Family Travel (www.familinktravel.org), il social network del viaggiatore in tempo di crisi, che si annuncia già come una delle più curiose novità delle prossime fiere del turismo che si terranno a Milano e dei blog per viaggiatori.
Di fatto, la prima community internazionale di famiglie, di tipologia, cultura e nazionalità differenti, che hanno scelto di associarsi per condividere un nuovo modo di intendere il viaggio, al di fuori degli schemi del turismo classico.

Come nasce il sito?
«L’idea - spiega Riccardo Urbani - è maturata dalle esperienze di lavoro sulle relazioni tra le persone, che coltivo da oltre vent’anni, ma anche dalle passioni di vita: io e la mia compagna viaggiamo spesso in modalità molto differenti, dall’escursione ai campi base nepalesi, al comodo viaggio in hotel a Londra, da soli o in compagnia, usando mezzi “poveri” oppure “dispendiosi”. Ma anche da una certa curiosità socialogica: siamo molto interessati ai cambiamenti sociali e questa “crisi” economica sta offrendo spunti e intuizioni notevoli verso nuovi modelli di vita, di uso del denaro e del tempo libero».

Qual è la filosofia di base della comunità?
«Con FamilinkTravel visiti paesi e vivi il viaggio insieme a famiglie del posto, condividi esperienze e spendi poco. Per noi FamilinkTravel è una risposta a un nuovo bisogno e a una nuova richiesta di valori. Un modo di ridare significato allo scambio e al viaggio, mettendo al centro valori come incontro, condivisione, movimento di apertura, relazione, reciprocità, il sentirsi a casa in qualunque altra parte del mondo».

Cosa trova un utente in FamilinkTravel?
«Altre famiglie sparse per il mondo che vogliono visitare altri paesi facendosi guidare proprio dalle famiglie che in quei paesi vivono».

Come funziona il meccanismo?
«Ti iscrivi al costo di 1 euro e compili i campi che servono a presentarti agli altri: chi siete, quanti siete, dove vivete, quali sono le vostre passioni, il vostro stile di vita, quando e come potete incontrarvi. Si possono anche inserire fotografie. Più informazioni scrivete più chi vi legge può farsi un’idea».

E’ un vero e proprio social network...
«Sì, altre persone vi cercheranno e inizierà un dialogo, un incontro virtuale il cui obiettivo finale è la conoscenza diretta. Gli scambi, le comunicazioni e le modalità dell’incontro sono assolutamente a discrezione delle famiglie che si sono contattate».

Facciamo qualche esempio di modalità d’incontro.
«Si possono operare scambi di ospitalità tra le famiglie appartenenti alla community, o programmare una vacanza insieme in un luogo diverso dalla propria abitazione, organizzare dei support friend in loco (se non è possibile ospitare a casa propria, la famiglia ospitante cerca soluzioni logistiche alternative alla propria casa, ma condividendo tempo e esperienze durante il soggiorno), o dei support friend a distanza: una famiglia dà informazioni sul proprio paese (opportunità, servizi, ….)».

Si può anche offire la propria casa ad altri membri quando si è fuori per una vacanza?
«certo, ma anche operare scambi di ospitalità tra i figli di famiglie iscritte, che vogliono imparare una lingua straniera, e altro ancora, a partire dalla tua creatività. La piattaforma offre esclusivamente il database e una certa sicurezza, il resto lo fanno i membri della community».

A che punto siamo con i risultati?
«Siamo ancora in fase di start up, al nastro di partenza insomma. Da oltre un anno stiamo sperimentando il dare e ricevere ospitalità. Per casa nostra sono passati single, coppie, famiglie ristrette e famiglie numerose. E noi siamo stati ospitati a nostra volta da famiglie, a Malta, a Cambridge, a Roma ed in altre città ancora. La cosa per noi più significativa quando si viene ospitati è che si conosce la città, l’ambiente, come mai un turista “tradizionale” potrebbe attraverso le guide turistiche».

Un ricordo particolare?
«Quando siamo stati a Gozo, isola maltese, grazie ai nostri amici “locals”, abbiamo conosciuto le spiagge “giuste”, i ritrovi più vivaci e se giri con un “local” paghi il giusto! Soprattutto abbiamo incontrato un sacco di gente con cui abbiamo visto il volto reale ed attuale dell’isola. A Cambridge grazie ai nostri ospiti, abbiamo vissuto momenti molto speciali perché siamo entrati in un mondo all’apparenza abbastanza chiuso e la loro conoscenza ha demolito molti pregiudizi. Ecco, direi che conoscere altre famiglie ha abbattuto molti stereotipi e ampliato la nostra visione e ci ha messi in discussione. E ci ha arricchiti».
 

di Enrico Fovanna