Milano, 4 settembre 2012 - I fedeli hanno deposto una rosa e un vaso di fiori bianchi sulla tomba del cardinale Carlo Maria Martini, davanti alla cappella del Crocefisso nel Duomo di Milano. E' in costante aumento il flusso delle persone che, da stamani, entrano nella cattedrale per visitare il sepolcro. Alcuni hanno voluto esprimere la loro devozione deponendo dei fiori, di fianco alle corone posizionate dopo il funerale. ''Non sono riuscita a essere presente ai funerali - ha spiegato Alessandra Nascimbeni, milanese, all'agenzia Ansa - e sono venuta oggi per salutare il cardinale. Era una voce sincera e schietta - ha proseguito - e con la sua scomparsa la Chiesa ha perso molto''.

Molti accendono un cero e si fermano a pregare per alcuni minuti, raccogliendosi davanti al sepolcro dell'ex arcivescovo di Milano. Ogni ora, secondo le stime degli addetti alla sicurezza, ne vengono accesi circa 700, che vengono sostituiti non appena la cera si consuma. Un numero di gran lunga superiore rispetto alle giornate in cui e' piu' consistente il flusso di turisti e di fedeli in visita alla cattedrale. Dopo aver acceso il cero i fedeli si fermano a pregare, spesso inginocchiati, davanti alla tomba.

Fra di loro anche tante mamme con i bambini, e turisti in visita al Duomo che scattano foto ricordo della cappella. ''Mi trovo a Milano per lavoro - ha aggiunto Luis, spagnolo - e mi sembrava doveroso venire in Duomo, perché la sua e' stata una figura importante anche per la capacità di dialogo e di apertura verso gli altri''.

IL TESTAMENTO -  ''Il lascito del cardinal Martini è sostanzialmente quello spirituale, come ha manifestato l'attenzione della gente nei suoi confronti'': monsignor Luigi Testore, l'esecutore testamentario dell'ex arcivescovo morto il 31 agosto, non è rimasto sorpreso dell'afflusso di persone che anche oggi sono andate in Duomo a visitare la tomba. ''Martini ha guidato molti, soprattutto a partire dagli anni '80 - ha spiegato - a costruire il loro cammino di fede. In chi va in Duomo da questo momento in poi, l'idea di vedere la sua tomba ci sarà''.

Il cardinale Martini da tempo aveva iniziato a fare i conti con la morte. A fine giugno aveva parlato con monsignor Luigi Manganini, l'arciprete del Duomo, del luogo della sua sepoltura, ai piedi dell'altare con il crocifisso di San Carlo. E ha lasciato precise istruzioni anche a monsignor Testore. I suoi averi, cioè i suoi diritti d'autore, dato che era un gesuita vanno alla compagnia del Gesù. La sua grande produzione a cui, però, non dovrebbero in futuro aggiungersi opere completamente nuove. ''Inediti veri e propri - ha sottolineato l'esecutore testamentario - non ce ne sono più''. C'e', invece, ''una lunga serie di indicazioni sui suoi oggetti'', ha aggiunto, che vanno ''soprattutto ai familiari e alle persone che gli sono state vicine''. ''Gli oggetti legati al suo episcopato, come le mitre - ha concluso - le lascia al Duomo di Milano''.