Milano, 19 luglio 2012 - Macao torna a farsi sentire. 'I lavoratori dell'arte', il gruppo nato dall’occupazione della Torre Galfa e di palazzo Citterio, ora insediato nell’ex Macello di viale Molise, hanno messo a punto un documento nel quale esprimono "la volontà di avviare una discussione, a livello locale e nazionale, che miri a qualificare il concetto di beni comuni radicandolo in processi di democrazia partecipativa. Macao vuole contribuire ad una riformulazione delle modalità di utilizzo dei beni collettivi, senza rientrare in meccanismi di affidamento e delega a soggetti pubblici, o privati che promuovono un diritto esclusivo ed escludente”.

Macao richiede alle istituzioni il riconoscimento di quel processo per cui un Bene Comune possa essere restituito ad una determinata Comunità di Riferimento, intesa come una moltitudine di soggetti che di quel bene voglia fare un uso inclusivo ed includente.  “Macao - prosegue quindi il documento - propone di: Avviare una discussione pubblica, aperta ai cittadini e alle istituzioni locali e nazionali, per qualificare in modo condiviso il concetto di beni comuni e per definire un riconoscimento giuridico alle Forme e alle Pratiche di Legittimazione della Cittadinanza Attiva".

Il documento riporta anche i principi sui quali Macao fonda la propria azione e il proprio impegno. "Dichiarare in modo chiaro le finalità, il metodo e gli esiti che intende perseguire; garantire processi di democrazia partecipativa; tutelare l’accessibilità e la fruizione diretta del bene comune da parte della collettività; assicurare che la gestione e la programmazione delle attività si svolgano in modalità condivise e partecipate; operare in modalità di ricerca e di studio, anche attraverso la collaborazione con enti di formazione e sperimentazione presenti sul territorio nazionale e internazionale; favorire attività artistiche e culturali aperte alla cittadinanza; non perseguire scopo di lucro".