Milano, 11 luglio 2012 - Sono 339 in Lombardia e costano 800 milioni di euro all’anno alle tasche dei cittadini della regione. Parliamo di enti, consorzi, società, aziende ed enti intermedi collegati alla Regione, alle Province o ai Comuni lombardi. Enti pubblici inutili? Non tutti, certo. Basta dare un’occhiata all’elenco che riguarda la Lombardia (vedi la tabella a fianco e il sito Internet del «Giorno») per rendersene conto. Ma sempre scorrendo l’elenco si scoprono sigle incomprensibili, consorzi dalla dubbia funzione, strutture che sembrano doppioni di quelle già presenti in Regione, Province e Comuni.
 

Non a caso nella lettera inviata alcuni mesi fa dall’Unione province d’Italia (Upi) al Governo Monti questa lista di società, consorzi ed enti strumentali — in Italia, in totale, sono 3.127 — veniva definita così: «Pagine e pagine di sigle improbabili, strutture create dal nulla spesso per spartire poltrone e gestire potere. Rappresentano le stanze segrete della politica, di cui i cittadini ignorano perfino l’esistenza. Anche se sono loro, con le loro tasse, a finanziarle e a tenerle in vita. Questi organismi costano al Paese oltre 7 miliardi di euro l’anno, di cui 2,5 miliardi di euro impiegati per i soli consigli di amministrazione. E sono organismi che si occupano di servizi che dovrebbero essere svolti dalle Regioni, dalle Province e dai Comuni». La lettera, firmata tra gli altri dal presidente dell’Upi Giuseppe Castiglione e dal numero uno della Provincia di Milano Guido Podestà, lanciava un appello al premier Monti: «Completi l’opera tagliando con nettezza questi veri rami secchi e improduttivi dell’amministrazione pubblica».


La battaglia dell’Upi è di nuovo d’attualità, ora che il Governo è tornato alla carica sulla riduzione e sugli accorpamenti delle Province nel decreto sulla spending review. Il presidente del Consiglio provinciale di Milano Bruno Dapei, coordinatore dei numeri uno delle assemblee provinciali, commenta: «La mancata riduzione degli oltre 3.100 enti, consorzi e società strumentali di Regioni, Province e Comuni può rappresentare la vera occasione persa nell’azione del Governo Monti. Si tratta di organismi che duplicano i costi di spesa già sostenuti dai tre principali enti locali. L’esecutivo farebbe bene a occuparsene, invece di pensare solo alla riduzione delle Province».

massimiliano.mingoia@ilgiorno.net