Milano, 2 luglio 2012 - E' stata ''plebiscitaria'', secondo i sindacati, l'adesione dei lavoratori di Intesa Sanpaolo allo sciopero unitario proclamato nel gruppo. Tutte le filiali sono rimaste chiuse. Fonti della banca precisano, invece, che sulla base dei dati per ora disponibili l'adesione allo sciopero e' stata inferiore al 50% dei dipendenti del gruppo. Tre presidi si sono svolti davanti alle sedi di Milano, Torino e Bologna.

Dircredito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca affermano: ''La forza travolgente delle adesioni allo sciopero è un segnale senza equivoci al gruppo dirigente di Intesa Sanpaolo. Senza le lavoratrici e i lavoratori, senza il loro rispetto e il loro valore ogni scelta di Intesa Sabnpaolo sarà nulla in partenza''. I sindacati ribadiscono il loro no ''alla riduzione dei costi scaraventata di nuovo sui lavoratori azzerando tutti gli accordi aziendali, all'essere ostaggi di un Piano Impresa 2011-2013 che negli organi di stampa viene gia' definito superato, in rifacimento dalla onnipresente Mckinsey''. Il no e' anche alla chiusura di mille filiali e ''al ricatto della banca che, per garantire l'occupazione derivante dal caos del decreto esodati, toglie le tutele e le garanzie di tutti, esclude l'utilizzo del Fondo di Solidarieta' del settore bancario e inserisce lo spettro finale di licenziamenti collettivi''.