Milano, 21 giugno 2012 - Resta fermo l'obiettivo; la concessione arriva pero' sui tempi, in qualche misura i modi, con il pensiero alle pressioni cinesi e al grande evento all'orizzonte, ovvero Expo e l'ipotesi che il 'dragone' possa
chiamarsene fuori. Milano fa marcia indietro a meta' sul conferimento della cittadinanza onoraria al Dalai Lama: non se ne parla, ma e' per ora e non per sempre. La decisione competeva al consiglio comunale, perche' di iniziativa consiliare era la delibera che la proponeva, forse un peso lo ha avuto anche la posizione del sindaco, comunque alla fine ne esce un'aula divisa. Insomma, si rinvia mentre lo si aspetta: il Dalai Lama sara' a Milano la prossima settimana e Giuliano Pisapia ha gia' annunciato che lo ricevera'.

AULA SPACCATA - La sospensione è stata stata approvata con 16 voti a favore, 12 contrari e 3 astenuti. Hanno dato voto contrario i consiglieri di Pdl, Lega, Fli e Milano al Centro, il radicale Marco Cappato e Mattia Calise del Movimento 5 Stelle, David Gentili del Pd. Astenuti il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo e Ruggero Gabbai, del Pd, presidente della commissione Expo. Sono usciti dall'aula al momento del voto Paola Bocci, Lamberto Bertole', Gabriele Ghezzi e Carlo Monguzzi del Pd, Luca Gibillini e Mirko Mazzali di Sel.

 

PISAPIA: "RICEVERO' IL DALAI LAMA" -  Il sindaco Giuliano Pisapia riceverà il Dalai Lama a palazzo Marino durante la sua visita a Milano. Lo ha assicurato il sindaco nel suo intervento in consiglio comunale.
Pisapia ha spiegato all'aula di aver confermato al console cinese, in occasione della cena a palazzo Reale organizzata dalla Fondazione Italia-Cina, che "come sindaco avrei ricevuto il Dalai Lama", nei giorni della sua visita. "Ritengo sia un segnale importante che io lo riceva", ha detto il sindaco, ribadendo di ritenere una "soluzione convincente" la sospensione della delibera in aula ma "mantenendo il mio impegno a ricevere il Dalai Lama". Ancora da confermare la data dell'ingresso del Dalai Lama e palazzo Marino, al momento indicata in martedì mattina.

 

COMUNITA' TIBETANA: "VERGOGNA SE NO ALLA CITTADINANZA" - Il presidente della comunità tibetana di Milano e d'Italia, Kalsang Dolker, chiede al sindaco di Milano Giuliano Pisapia di "non cedere" alle pressioni contrarie alla cittadinanza onoraria al Dalai Lama. "Se la giunta farà un passo indietro e rinuncerà a dare la cittadinanza onoraria al Dalai Lama coprirà di vergogna Milano e tutta l'Italia". "E' triste per Sua santità il Dalai Lama - dice Dolker -, che è famosissimo, ha ricevuto premi in tutto il mondo ed è già cittadino onorario di Bologna, Venezia e Roma vedere che il Comune di Milano tentenna su un gesto simbolico, ma importante. Soprattutto se lo merita, per la grande personalità spirituale che è e per quello che rappresenta". "Se la Cina continua ad agire in questo modo, e Milano si dimostra succube, l'Italia perderà la sua indipendenza. Ma ci rendiamo conto che la Cina vuole decidere a chi Milano può o non può dare dei premi? E' una vergogna, un vero peccato per tutti i tibetani e tutti gli italiani. E' una perdita di libertà".  

 

LA MINACCIA CINESE - Dopo le pressioni esercitate dalla Cina sul Governo nazionale, sotto la minaccia di una rinuncia alla partecipazione all'Expo, e le conseguenti comunicazioni ai vertici di Palazzo Marino, il consiglio comunale aveva deciso di pensarci su e per le 13 era stata convocata una riunione dei capigruppo per valutare il da farsi. Inizialmente, il consiglio era stato convocato per oggi alle 14.30 per la votazione della delibera; il fatto che alle 15.30 si riunirà la maggioranza per discutere dell'altra materia 'calda' attualmente al vaglio dell'aula, ovvero il Bilancio, fa presumere che si vada verso la cancellazione della seduta odierna.

L'orientamento, dunque, era quello di prendere un giorno di tempo per riflettere e trovare una via d'uscita dall'impasse divenuto diplomatico, o proseguire sulla scelta autonoma dell'aula che tutta, all'unaminità, aveva accettato di trattare la questione firmando la delibera.