Milano, 16 giugno 2012 - Nella sala Alessi di Palazzo Marino alcuni detenuti del carcere di Bollate hanno declamato le loro poesie. Questo il modo in cui hanno pensato di far conoscere al pubblico "Sono i miei occhi" la raccolta delle migliori trenta opere composte durante il laboratorio di poesia "dietro le sbarre", quest'anno arrivato alla sua quinta edizione. Per scrivere la prefazione, è stato coinvolto lo stesso sindaco di Milano, che ha descritto lo strumento della poesia come una "libertà in un mondo chiuso, dove si vive da prigionieri".

"Raccontano della mancanza di libertà e soprattutto di affettività" hanno spiegato Maddalena Capalbi e Anna Maria Carpi, coordinatrici del progetto e curatrici dell’antologia, edita da La Vita Felice. E lo ribadisce lo stesso Pisapia: "parlano di amore - scrive infatti nella prefazione - non di disperazione. Di tenerezza per la figlia lontana, di struggimento per un bacio mai ricevuto. E lo fanno con parole semplici, magari non perfette, che proprio per questo sono un miracolo".

Il volume, presentato oggi a Palazzo Marino, alla presenza del presidente del Consiglio comunale Basilio Rizzo e degli assessori alla Cultura Stefano Boeri e alla Casa Lucia Castellano, ex direttrice del carcere che si è detta orgogliosa del fatto che la struttura "consenta una dimensione umana ai detenuti", il prossimo 23 giugno sarà portato al Cam di Garibaldi.