Milano, 21 maggio 2012 - Corruzione, truffa all'amministrazione comunale, abuso d'ufficio, falso ideologico e materiale: è la lista dei reati contestati a un vigile urbano arrestato oggi pomeriggio dai propri colleghi, nell'ambito di un'indagine sul rilascio irregolare di permessi di sosta. L'inchiesta interna fu avviata dal comandante dei ghisa Tullio Mastrangelo nel 2009 e oggi pomeriggio è arrivata a un punto decisivo, a carico di Damiano Borchielli. L'ordine è stato emesso dal gip milanese Maria Cristina Mannocci.

Burchielli era riuscito a far vincere i ricorsi contro le multe a centinaia di automobilisti che erano entrati nell'Area 'Ecopass' senza pagare o avevano parcheggiato la macchina sul marciapiede. Lo ha fatto facendo figurare, con falsi documenti, che i conducenti stavano trasportando un invalido e avevano l'apposito pass, prendendo in cambio il 30% dell'importo delle sanzioni che i cittadini avrebbero dovuto versare. E il guadagno era pingue: "Cosa hai fatto oggi?", "Niente, un sacco di lavoro, una marea di lavoro ho avuto. Ho fatto qualcosa come 2.600 euro di incasso", si sente da una intercettazione telefonica fra Damiano Borchielli e la compagna.

L'agente, di 51 anni, ha lavorato proprio all'Ufficio permessi fino al febbraio 2011. Poi è stato trasferito ad altra funzione. Secondo l'ordinanza di custodia cautelare di 95 pagine, emessa su richiesta del dipartimento guidato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo. Le multe annullate sono talmente numerose, spiegano gli investigatori, che l'agente aveva predisposto una precisa prassi nella trattazione dei ricorsi, catalogandoli per genere. Ci sono quelle intestate a una società che noleggia limousine con conducente e  quelle di una società specializzata nella manutenzione di impianti termici che dispone di un elevato parco mezzi. Il vigile utilizzava anche i 'pass invalidi' di persone morte per 'fabbricare' la documentazione utile a far vincere i ricorsi contro le multe.

Borchielli sarebbe un habitué di queste truffe. A lui vengono contestati reati a partire dal 2006 che avrebbe commesso anche in altre citta', come Roma, Bologna, Brescia, Genova, Rimini e Lodi, dove in passato aveva lavorato. Le truffe sarebbero state compiute con un altro vigile e con una collaboratrice amministrativa del settore comunale 'Procedure sanzionatorie'. L'agente arrestato inoltre avrebbe anche corrotto il vigile che con lui metteva in piedi le truffe, affinché inserisse nel sistema informatico della polizia locale anche quei ricorsi che venivano presentati fuori tempo massimo. Le truffe erano così diventate l'attività principale del vigile, che incontrava i suoi 'clienti' in un bar oppure in un'edicola o in una pasticceria. Stando alle indagini, quando la gente non riusciva a presentarsi al bar dove spesso avvenivano gli incontri, si faceva lasciare direttamente il denaro in buste nel locale.

"Voglio sottolineare con soddisfazione che la Polizia locale ha saputo individuare al proprio interno questo episodio di illegalità. Ora vogliamo che la giustizia faccia il suo corso rapidamente", ha detto l'assessore alla Sicurezza Marco Granelli.