Milano, 17 maggio 2012 - A 40 anni dall'omicidio di Luigi Calabresi si è svolta stamani sul luogo dell'agguato, in via Cherubini, la commemorazione del commissario ucciso da Lotta continua nel 1972. La cerimonia si è tenuta a pochi passi dall'allora abitazione del commissario nel 1972, alla presenza del prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi, del sindaco Giuliano Pisapia, dei rappresentanti di Regione e Provicia e del questore di Milano Alessandro Marangoni, che si sono stretti intorno alla vedova, Gemma Capra e ai suoi figli.

Proprio Marangoni ha usato parole di riconciliazione e parla di ''un momento di riflessione sulla morte di Giuseppe Pinelli''. ''C'è stata da tempo una stretta di mano tra la vedova di Calabresi e la moglie di Pinelli - ha aggiunto il questore - e credo possa essere il tempo di una riflessione che serva a creare un ancor miglior clima di riconciliazione''. Nella commemorazione di Calabresi, caduta in un momento di gravi tensioni sociali con la ricomparsa di volantini siglati Brigate Rosse e di un attentato a sfondo anarchico nei confronti dell'Ad di Ansaldo Nucleare Adinolfi, Marangoni ha parlato anche di Pinelli: ''Per adesso non è stato deciso nulla, e non ci sono tempi ne' luoghi. Si tratta davvero solo di una riflessione che spero si concretizzerà''.

Alla posa della corona è arrivato anche Mario Calabresi, figlio di Luigi: "E' tempo di aprire gli archivi di Stato - ha affermato il direttore de La Stampa -. In questi anni è stato fatto molto per la memoria delle vittime del terrorismo ma occorre fare un passo avanti. Apprezzo molto il lavoro fatto dal presidente della Repubblica Napolitano, ma bisogna cercare la verità. Il Paese non è più quello degli anni '70. Ora - ha concluso - ci sono le stesse tensioni e difficoltà, ma manca il substrato di violenza che caratterizzava quegli anni".