Milano, 11 maggio 2012 - I vicini di casa sono diventati meno tolleranti, da qualche tempo a questa parte. E non parliamo delle solite beghe di condominio. Parliamo di chi si è messo in mente di smascherare il furbetto di turno. Quello che al fisco, tanto per intenderci, dichiara redditi da fame e poi magicamente si compra il suv da 50mila euro, che compare in cortile dal mattino alla sera lasciando a sbavare mezzo quartiere. Quello che, dietro al bancone del bar, non si è mai degnato di fare uno scontrino, neppure per cappuccino e brioche.

Così i finanzieri si sono trovati un preziosissimo alleato molto meno latitante, a partire da questo tormentato 2012, rispetto al passato: i cittadini. «Pronto? Volevo segnalare che non mi hanno fatto la ricevuta». Sono 712 le chiamate arrivate al comando provinciale della Guardia di Finanza in via Valtellina solo nei primi 4 mesi del 2012. Vi sembrano poche? Basta confrontare il dato con quello dell’anno precedente: il 2011 ne ha fatte registrare in tutto solo 517.

Non chiamateli delatori. Anche se in Italia, Milano compresa, la cultura della legalità fiscale non è proprio da annoversarsi fra le tradizioni nazional popolari più in voga. Eppure siamo di fronte, pare, a un’inversione di tendenza. Sarà la morsa della crisi, sarà il battage anche mediatico che ha fatto della lotta all’evasione uno dei punti cardine del Governo Monti, sarà che i clamorosi blitz dell’inverno scorso tra Milano, Cortina e Courmayeur qualcosa, nella coscienza civica, devono aver smosso. Polemiche a parte. Resta il fatto che parlano i numeri.

L’effetti Corso Como si è fatto sentire: qui come sui Navigli, il 28 gennaio fiamme gialle e funzionari dell’Agenzia dell’entrate fecero un’azione massiccia ed eclatante contro i furbetti dello scontrino. Alla fine, risultò che circa un terzo dei controllati aveva qualcosa che non andava. E la gente ringrazia: «Dopo il blitz milanese, ma anche dopo Cortina, abbiamo ricevuto decine di chiamate: persone comune, pensionati, impiegati, liberi professionisti che si complimentavano per l’attività di controllo. E ci incitavano ad andare avanti. Queste per noi sono belle soddisfazioni», commenta il Tenente Colonnello Domenico Conte, capo ufficio operazioni del Comando provinciale.

L’Italia che cambia, dunque, anche e soprattutto a Milano, capitale economica del Bel Paese e dove, di conseguenza, è più facile incappare in trasgressioni e irregolarità. Ma i cittadini, ora, cominciano a essere più collaborativi. E il centralino del 117 non ha mai squillato tanto. «La maggior parte delle segnalazioni sono relative alla mancata emissione dello scontrino, ma soprattutto negli ultimi mesi sono aumentate le chiamate di chi suggerisce possibili evasori, totali o parziali», aggiunge il colonnello. I finanzieri raccolgono le informazioni e poi effettuano le opportune verifiche. Che quasi sempre scoprono una effettiva magagna. Non chiamateli delatori, dicevamo. Chiamateli cittadini che fanno il proprio dovere. Gelosie da suv a parte, si intende.
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