Milano, 25 aprile 2012  - Annullata la condanna per associazione mafiosa inflitta nel 2010 a cinque persone accusate di far parte della cosca Barbaro-Papalia di Buccinasco. Il verdetto è arrivato dalla Corte di Cassazione che ha azzerato la sentenza della Corte d'appello di Milano, disponendo il rinvio per un nuovo giudizio ad altra sezione della stessa Corte.

Nel processo scaturito dall'operazione Cerberus, nel giugno del 2010 il Tribunale di Milano, accogliendo le richieste formulate dal pm della Dda milanese, Alessandra Dolci, aveva condannato Salvatore Barbaro a nove anni di reclusione, il padre Domenico e il fratello Rosario Barbaro a sette anni, il genero Mario Miceli a sei anni e l'imprenditore milanese Maurizio Luraghi a quattro anni e sei mesi. Pene confermate in appello il 20 maggio dello scorso anno.

Secondo le indagini della Dda gli imputati erano accusati di far parte dell'associazione mafiosa Barbaro Papalia, che aveva raggiunto una posizione dominante nel mercato del movimento terra nell'hinterland milanese, e precisamente nel comune di Buccinasco, avvalendosi del metodo mafioso ed utilizzando come imprenditore di facciata Maurizio Luraghi, titolare della impresa "Lavori Stradali" e intimidendo operatori del settore ed amministratori pubblici del comune di Buccinasco.

Soddisfazione per la decisione della Cassazione è stata espressa dai difensori degli imputati, Gianpaolo Catanzariti, del foro di Reggio Calabria, per Domenico Barbaro; Ambra Giovene, del foro di Roma, per Salvatore Barbaro; Franco Silva, del foro di Monza, per Mario Miceli e Mario e Vinicio Nardo, del foro di Milano, per Maurizio Luraghi.