Milano, 21 aprile 2012 - «Troppo facile riempirsi la bocca di bei paroloni quali ecologia, sostenibilità e cura per l’ambiente quando poi si calpesta quel po’ di verde presente in città». Si accendono gli animi dei milanesi di fronte all’abbattimento di quindici alberi secolari in via Sammartini, nei pressi della Stazione Centrale. Là dove prima c’erano i platani oggi regna la desolazione. E tutto per un errore di valutazione.

Nell’area dove Grandi Stazioni, società del gruppo Ferrovie dello Stato, ha appaltato un cantiere per realizzare lavori inerenti al progetto della Stazione Centrale, scavi mal eseguiti hanno portato all’abbattimento degli alberi secolari perché diventati pericolosi. Uno sbaglio che i cittadini non riescono a digerire. «Vedere quella fila sterminata di tronchi di alberi segati — racconta la residente Giorgia Sarpi — è stato uno spettacolo osceno. Un massacro ingiusto. Fossero stati malati avrei potuto capire ma erano ceppi integri anche agli occhi dei meno esperti. Noi cittadini pretendiamo che vengano presi provvedimenti adeguati».

Alla sua voce si aggiunge quella del pensionato abitante del quartiere Giovanni Petra: «Ritengo assolutamente inammissibile un tale scempio. Hanno distrutto uno degli ormai rari spazi di verde rimasti in città, oltretutto storico e preziosissimo in un’area densamente costruita e satura come la stazione Centrale. Oltre a non realizzare nuovo verde come si potrebbe, anzi, si dovrebbe fare, si distrugge l’esistente con più di cent’anni di vita. Non possiamo stare a guardare», conclude indignato l’anziano signore.

Il vuoto sulla via Sammartini dovrebbe tornare a tingersi di verde già a partire dal prossimo autunno così come confermato da Grandi Stazioni che non ha negato le responsabilità promettendo la ripiantumazione di quindici alberi e garantendo manutenzione e cura per i successivi tre anni. Ma per i cittadini dal pollice verde non basta. «Per il mancato salvataggio degli alberi da scavi maldestri — sottolinea Stefania Giorgi — non c’è rimedio che tenga».

Molto critico anche Tommaso Alberga: «In città c’è già tanto smog. Anziché valorizzare gli alberi presenti li abbattiamo ingiustamente. Che assurdità». Gli fa eco Fabio Fratellani, che propone: «Ormai il danno è stato fatto. Al posto di ripiantare i quindici alberi in quella zona si potrebbero destinare ad un’area dedicata».