Milano, 13 aprile 2012 - Era stata portata a processo per aver maltrattato il suo cane in strada, ma è stata assolta "per non aver commesso il fatto". Così Nina L., dopo quattro udienze davanti al giudice monocratico della terza sezione penale di Milano, è stata prosciolta da ogni accusa, dopo la mancata deposizione di un testimone che doveva essere fondamentale per l'accusa ma che in aula ha dichiarato di non ricordarsi nulla di quanto accaduto.

La donna, Nina L., 34 anni, era finita ‘alla sbarra’ e rischiava una condanna fino a un anno di reclusione perche’ accusata di aver preso a calci il suo cane. Era stata denunciata da una passante, la quale pero’, chiamata a deporre in aula, non ha saputo raccontare nulla dei presunti maltrattamenti.

Il 20 novembre 2010, secondo il capo di imputazione, la donna "in stato di ebbrezza alcolica e da sostanza stupefacente, strattonava violentemente con il guinzaglio il cane di sua proprietà di razza Bannet, di piccola taglia, colpendolo ripetutamente, senza necessità, con calci all’addome tanto da farlo guaire". Dopo la denuncia era stato incardinato un processo, durato quattro udienze, per il reato di maltrattamento di animali, introdotto nel codice penale nel 2004. Oggi l’ assoluzione per l’imputata, assistita dai legali Eugenio Losco e Mauro Straini.