Milano, 6 aprile 2012 - Per «bucare» la rete WiMi bastano due minuti. Sì, avete letto bene, appena due minuti per entrare all’interno del sistema che offre connessioni Internet senza fili e gratuite in centro città. Insomma, WiMi è a rischio hacker. Qualche malintenzionato esperto di informatica potrebbe appropriarsi illegalmente di dati sensibili inseriti dagli utenti che utilizzano la rete wireless del Comune gestita da Atm.

Lo dimostra un video realizzato dal sistemista informatico Manolo D’Amico, che cura le applicazioni per il presidente del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni. Dopo la verifica tecnica su WiMi realizzata nei giorni scorsi da D’Amico, i consiglieri della Lega Nord Matteo Salvini e Alessandro Morelli hanno già annunciato che presenteranno in Consiglio comunale un’interrogazione sui rischi per i cittadini che utilizzano la rete senza fili. Rischi che, a dar retta al video realizzato da D’Amico mercoledì sera all’Autogrill in Galleria Vittorio Emanuele, sembrerebbero esserci.

Il filmato, che si può guardare integralmente sul sito Internet del Giorno (www.ilgiorno.it/milano), mostra come «bucare» la rete WiMi. Passo dopo passo. Clic dopo clic. Dopo 1,40 minuti del video, D’Amico è già in grado di utilizzare le parole d’ordine standard per entrare nel sistema. User: cisco. Password: cisco. «Ed ecco che siamo all’interno della rete, che non è sicura».

Sono passati meno di due minuti da quando il sistemista si è collegato a WiMi. In quel momento, sono quasi le 22 di mercoledì, «gli utenti sono 64». Non basta. «Come vedete — mostra con il dito sulle schermo D’Amico — siamo all’interno del “System location Atm Via Monterosa 89, Milano». L’esperto di informatica aggiunge: «A questo punto possiamo visualizzare molte cose». Un hacker potrebbe spingersi fino a tentare di entrare in possesso di numeri di carte di credito e password varie. Giova ricordare che dal sito Internet del Comune, utilizzabile dalla rete WiMi senza chiedere parole d’accesso, si può anche pagare Area C. Non basta. D’Amico, ieri pomeriggio, effettua un nuovo test su WiMi, stavolta di fronte ai nostri occhi, in un bar di via Pellico. Il sistemista fa connettere alla rete comunale l’IPhone di un amico che l’ha accompagnato, si fa dare il numero identificativo della connessione alla rete comunale e con clic dal suo computer, che è dentro la rete WiMi, spegne l’IPhone dell’amico. Un hacker avrebbe potuto fare ben di peggio.
massimiliano.mingoia@ilgiorno.net