Milano, 4 aprile 2012 - Aveva perso il lavoro. Si era separato dalla moglie. Una condizione difficile, quella di G.P., autotrasportatore di 51 anni, che non ha retto e si è tolto la vita, a Milano, impiccandosi a una trave di una cantina. La tragedia in un condominio al numero 11 di viale Ungheria, dove viveva con gli anziani genitori dopo la separazione.

A trovarlo è stata la madre, che in mattinata aveva denunciato la scomparsa del figlio di cui non aveva più notizie da sabato 31 marzo. Il padre e la madre, rispettivamente di 79 e 69 anni, l'avevano visto uscire di casa sabato pomeriggio. In serata l'uomo aveva incontrato in strada il figlio, al quale aveva confessato di essere un po' triste per la perdita del lavoro e per la separazione dalla moglie. La preoccupazione dei genitori per la scomparsa dell'uomo si è fatta concreta quando domenica sera hanno trovato le sue chiavi, il portafogli, e il cellulare, abbandonati in un'altra cantina della famiglia.

'Aveva perso il posto già da un bel po' - ha commentato la madre che ha accanto a sé la nipote -. Cercava lavoro tutti i giorni''. L'uomo aveva lavorato per varie ditte di autotrasporti ma era stato lasciato a casa. ''Perché non c'è lavoro'' ha risposto la donna allargando le braccia la donna.

Don Giuseppe è il parroco della parrocchia della Beata Vergine Addolorata in viale Ungheria. Non conosceva il caso di G.P. da vicino perché l'uomo non frequentava la parrocchia. Ma non esita a dire che dal punto di vista del lavoro ''qui è un disastro''. ''Ho incontrato i familiari - spiega don Giuseppe - con i quali ho avuto un momento di raccoglimento''. ''Questo è un quartiere di lavoratori, di operai e da circa un anno sono sempre di più quelli che si rivolgono al nostro centro Caritas. E' così, credo, in tutte le periferie di Milano''. ''La situazione più difficile è quando entrambi i coniugi perdono il posto di lavoro - prosegue don Giuseppe -. E si creano delle situazioni davvero pesanti. Sono tanti quelli che la mattina escono di casa per cercare un lavoro''.