Milano, 17 marzo 2012 - Lo switch-off non ha fatto bene alle tv locali. A poco più di un anno dal passaggio dei telespettatori lombardi dalla tv analogica a quella digitale, il Corecom (Comitato regionale per le comunicazioni) ha presentato un’indagine sulle emittenti del territorio: per tutti sono calati gli ascolti quotidiani, con poche eccezioni (il gruppo Mediapason con i canali Top Calcio 24 e MilaNow e Espansione Tv). Di conseguenza sono in ribasso anche ricavi e pubblicità. Con la tv digitale «siamo arrivati a una multicanalità che ha significato più offerte tematiche - spiega Piermarco Airoldi, del Centro ricerca sui media dell’Università Cattolica - ma anche più frammentazione».

Nella ricerca Eupolis di Airoldi emerge il netto calo di contatti giornalieri per le tv locali nel biennio 2010-2011.
Se Telelombardia ha smarrito quasi 100mila contatti fino a metà 2011, Antennatre, Telenova e Telecampione hanno rinunciato a circa 20-40 mila. Un trend negativo cominciato prima del passaggio al digitale terreste. «Nel 2009 le trentuno società concessionarie di tv locali in Lombardia - ha spiegato Alberto Ceriani, di Eupolis - avevano generato un fatturato complessivo di 82 milioni di euro, posizionandosi al secondo posto nella graduatoria nazionale dietro al Veneto, ma registrando un decremento rispetto al 2008 di 13,1 milioni di euro».

Le tv locali lombarde contano il più alto numero di dipendenti: 784, il 15,1 per cento della forza lavoro. Secondo il questionario Eupolis svolto su 34 emittenti televisive lombarde, il primo obiettivo è stato l’ammodernamento tecnologico, ma l’innovazione dei contenuti non è andata di pari passo. Segnali di ripresa arrivano dalla seconda metà del 2011. Il Corecom ha richiamato l’attenzione sul prossimo sgombero di nove tra le frequenze assegnate nel 2010 alle televisioni locali (canali 61-69) e ha ricordato la necessità di rivedere i criteri di assegnazione dei contributi pubblici (canone Rai). Secondo il presidente di Corecom Lombardia, Fabio Minoli, «i criteri di assegnazione dei contributi sono riferiti ai dati di bilancio e a quelli del personale, mentre non vengono presi in considerazione l’estensione del territorio e popolazione serviti, ovvero la diffusione del segnale, e la qualità dei programmi. Questa modalità di assegnazione deve essere rimessa in discussione».

di Luca Salvi