Milano, 12 marzo 2012 - «È più forte di me, non so resistere. Vi chiedo la castrazione chimica, non c’è altro modo». Si difende così davanti al giudice Gianluca Mascherpa, 49 anni, l’istruttore di pallavolo arrestato tre giorni fa con l’accusa di violenza sessuale aggravata per una serie di contatti online che manteneva con ragazzine tra gli 11 e i 15 anni fingendosi un coetaneo.

A suo carico c’è anche il tentativo di adescare almeno due delle sue allieve dell’associazione di pallavolo, che era andato a incontrare all’uscita da scuola e in oratorio, e a cui inviava sms. Le due ragazzine, che avevano raccontato dell’interessamento dell’uomo, hanno insospettito i genitori che hanno reclamato con il presidente della squadra, il quale ha poi avvisato i carabinieri.

Mascherpa, già arrestato in passatore per episodi di violenza sessuale molto gravi, era molto accorto nei suoi atteggiamenti e contattava le ragazzine tramite nickname attraverso phone-center e non con un computer personale.

A tradirlo è stata però l’ abitudine di controllare i suoi profili sui social network con lo smartphone
. L’uomo si presentava come un quindicenne, e poi, mostrando solo la foto del profilo, quella di un ragazzino, riusciva facilmente a plagiare le «coetanee» che, anche senza averlo mai visto dal vivo, acconsentivano ad atti sessuali davanti alla webcam.

I carabinieri di Corsico, che hanno svolto le indagini coordinate dal pm Giovanni Polizzi, hanno accertato una dozzina di contatti avviati su internet, che si concretizzavano in atti sessuali che le ragazzine compivano davanti alla webcam per lui, che dava loro istruzioni su cosa fare.

Mascherpa era stato arrestato nel 2005 in seguito a un’indagine della procura di Firenze che aveva accertato rapporti sessuali a pagamento con bambini «venduti» dai genitori e che assistevano anche agli incontri. Era stato scarcerato nel 2010 dopo aver scontato la condanna inflittagli dai tribunali di Firenze e Genova. Come pena accessoria, i giudici gli avevano proibito di svolgere attività che prevedessero contatti di istruzione con minori, ma Mascherpa aveva semplicemente ignorato il divieto che le società sportive che frequentava ovviamente non potevano conoscere.

Dopo il suo arresto, la Federazione italiana pallavolo, la Fipav, ha escluso che l’istruttore fosse tesserato: ma agli inquirenti risulta che lo fosse stato e che avesse in corso le procedure per il rinnovo della tessera. Ad ogni modo, nell’ultimo anno allenava una squadra di pallavolo femminile minorile a Trezzano e stava seguendo un corso per ottenere un tesserino che lo avrebbe abilitato a cambiare la categoria.

Ieri mattina davanti al gip Donatella Banci Bonamici Mascherpa ha sostanzialmente ammesso le accuse, riconoscendo la propria «malattia» e chiedendo di poter essere curato con la castrazione chimica, terapia ormonale non prevista che di tanto in tanto qualche politico leghista invoca come pena per pedofili e violentatori.

di Mario Consani