Milano, 12 marzo 2012 - Tra 4 giorni scoccheranno i primi due mesi di Area C. Quaranta giorni netti, tolti i finesettimana e non fosse per i due scioperi, con la congestion charge. Quaranta, come gli ingressi gratuiti concessi ai residenti in centro dal Comune. Tempo di bilanci, stavolta proprio dal punto di vista di chi risiede in centro. Luca Scalmana è il portavoce del «Comitato no charge», il comitato che riunisce quanti abitano dentro i confini dell'area a pagamento.Duemila iscritti e un ricorso al Tar contro il nuovo pedaggio.

Scalmana, alla luce di queste settimane di Area C, qual è il bilancio di chi abita in centro?

«La congestion charge ha sicuramente aggredito il problema del traffico generato da chi viene da fuori ma ha solo spostato il problema del traffico generato dai residenti. È innegabile che dalle 7.30 alle 19.30, la fascia oraria in cui sono attive le telecamere, il traffico in centro sia calato. Ma è vero anche che sono pochi i residenti dentro la Cerchia che hanno davvero rinunciato all'auto. Appena l'11% secondo il una nostra ricerca condotta su un campione di mille residenti. Il 29.7% del campione ha dichiarato, invece, di aver solo cambiato l'orario di utilizzo dell'auto: i più tornano a casa dopo le 19.30, oppure rinunciano ad andare a far la spesa in settimana per farla al sabato, quando Area C non è in vigore. Un altro 30% ha fatto sapere che cambierà l'auto, una spesa non da poco in questi tempi. Si tratta di persone che hanno un diesel Euro 3, veicoli che tra un anno non potranno entrare in Area C. Mi sembra non si possa parlare di successo. Senza contare che lo smog, nonostante non fosse il primo obiettivo di Area C, non è diminuito. È inutile che il Comune continui a fornire i dati del Black Carbon, il valore scientificamente condiviso, l'unico usato dall'Arpa, per misurare l'inquinamento è il Pm10».

Quanti ingressi hanno usato finora, in media, i residenti in centro? Quaranta sono pochi o bastano?

«Buona parte dei residenti è abituata da sempre a utilizzare l'auto il meno possibile e molti sono ancora in tabella. Il punto è un altro: non è giusto pretendere che chi risiede in centro paghi per tornare a casa. Che a pagare siano tanti o pochi, per un'ammistrazione pubblica non dovrebbe far differenza. È il principio che conta. Senza contare due storture: se l'obiettivo è ridurre il traffico perché un residente in centro può girare in auto tutto il giorno a patto non esca dalla Cerchia? Altra stortura: nei giorni di sciopero Area C è stata sospesa perché i milanesi non avevano possibilità di scegliere tra l'auto e il mezzo pubblico. Ma neanche un residente che lavori ad Agrate Brianza ha questa scelta, eppure deve pagare».

I primi ricorsi sono stati respinti, temete per il vostro?

«Non è così. Il tribunale ha respinto delle richieste di sospensiva, ha stabilito che non c'è urgenza di sospendere Area C. Il nostro è un ricorso di merito, sulle regole per i residenti in centro e le storture che contraddistinguono la ratio del provvedimento».

di Giambattista Anastasio

giambattista.anastasio@ilgiorno.net