Milano, 27 febbraio 2012 - Gli accertamenti sulla vera identità di Ruby, la notte tra il 27 e il 28 maggio 20110, dopo che la ragazza venne fermata e trattenuta in questura a Milano, vennero disposti dopo avere affidato la ragazza al consigliere regionale Nicole Minetti. E’ quanto è emerso oggi nell’aula del processo a carico di Silvio Berlusconi, accusato di concussione e prositituzione minorile. A testimoniare sono stati chiamati una serie di agenti in servizio a Milano e a Taormina, la notte del fermo di Karima.

 

IL TESTE EMILIO IMPERIALE - L'agente in pensione a TaorminaEmilio Imperiale, ha ricordato che quella notte gli arrivò un fax alle 2,20 dove si chiedevano accertamenti sulla ragazza, in particolare per capire se effettivamente fosse la nipote di Mubarak. A quell’ora, Ruby aveva già lasciato la questura in compagnia di Nicole Minetti e della brasiliana Michelle Conceicao.  Imperiale prima e altri agenti dopo hanno riferito del loro sopralluogo nel comune di Letoianni dove vivono i genitori di Ruby, in una specie di ‘’tugurio costruito nei pressi di un torrente’’. E sono proprio i genitori della ragazza a dirsi sorpresi delle domande sulla presunta parentela con Mubarak: ‘’ma noi siamo marocchini!’’, hanno risposto agli agenti. Le comunicazioni da Taormina a Milano sulla vera identita’ della ragazza, visto che la famiglia non intendeva riaverla con sè, arrivano intorno alle 4 del mattino.

 

IL TESTE GENNARO MARSIGLIA - Gennaro Marsiglia, uno dei poliziotti che quel giorno 'piantonarono' la ragazza finita alla clinica De Marchi con ''graffi, lividi e un segno sul collo'', dopo la lite, ha riportato le confidenze di Ruby: "Disse che la brasiliana l'aveva prima aggredita con un 'mocho' e poi aveva tentato di strangolarla con il guinzaglio del cane. Mi spiegò che le cause del litigio erano dovute al fatto che la brasiliana non voleva estranei per casa''. Casa nella quale, secondo la descrizione di altri poliziotti che intervennero dopo essere stati chiamati dai vicini, c'era un ''gra disordine, armadi aperti, vestiti buttati sul letto e in giro, piatti sporchi nel lavandino della cucina e deiezioni del cane della Coinceicao per terra''. 

 

IL TESTE ANTONIO LEANZA - Il poliziotto Antonio Leanza, che all'alba del 5 giugno 2010 intervenne con la volante per sedare la lite tra la giovane marocchina e la sua coinquilina Michelle Conceicao, ha raccontato che Ruby voleva chiamare "il presidente per chiedergli aiuto", ma in ospedale non aveva con sè il cellulare.  "Ad aprire la porta - ha spiegato Leanza - è stata la minore che era praticamente nuda, aveva solo un perizoma. Le due si accusavano di essere prostitute. Karima rinfacciava all'altra di esserle stata affidata". Diversa la versione della brasiliana che, ha precisato il teste, "a noi spiegò che non era lei l'affidataria, ma una sua amica, una persona importante, in vista". "Ruby - ha proseguito Leanza - venne accompagnata alla clinica De Marchi. Il pm dei minori disse di individuare una struttura d'accoglienza e ci comunicò di non affidarla alla Minetti. A me sembrò una cosa normale".

 

PROSSIMA UDIENZA - Per la prossima udienza del processo Ruby, fissata per il 9 marzo, il pm Antonio Sangermano propone 9 testimoni dell'accusa in riferimento all'ipotesi di concussione di cui risponde Silvio Berlusconi. Ma il presidente del collegio della quarta sezione penale del tribunale di Milano Giulia Turri che già in altre occasioni si era lamentata "perchè siamo lenti" replica che 9 sono pochi, in pratica facendo presente che oggi alle 13,30 l'udienza è già finita mentre si potrebbe andare avanti almeno fino alle 17,30. Il pm ne aggiunge altri 4 per complessivi 13 testimoni in vista dell'udienza prossima.

E' una sorta di sindrome da caso Mills che da diverse udienze sembra aver attanagliato il collegio giudicante formato anche per questo processo da tre donne. Con la differenza che per Berlusconi nel caso della corruzione del legale inglese il rischio prescrizione era incombente e infatti si è concretizzato con la formalizzazione in sentenza sabato scorso. I fatti relativi al caso Ruby, concussione e prostituzione minorile, scadono invece nel 2025.