Milano, 6 febbraio 2012 - E' stata approvata in Commissione Attività Produttive la 'legge Harlem', che regolamenterà il commercio etnico in Lombardia. Il provvedimento sul settore del commercio, ha subito diverse modifiche dalla sua prima versione di sei mesi fa e mira a dare un 'giro di vite' alle attività gestite da stranieri, con il proposito di evitare la formazione di quartieri 'ghetto' e la concentrazione di negozi etnici, delegando la programmazione ai comuni. Previsto inoltre per gli operatori, l'obbligo di saper parlare l'italiano.

Il provvedimento, fortemente voluto dalla Lega Nord, è rimasto fermo mesi per contrasti interni alla maggioranza. Alla fine, dopo aver limato alcune parti del testo, anche il Pdl lo ha votato. Secondo la maggioranza,  il progetto di legge 'Harlem' servirebbe a disciplinare le attività produttive e commerciali, per adeguare la normativa regionale alla direttiva europea Bolkestein e stabilire regole precise a tutela dei consumatori e della salute pubblica, in materie come artigianato e commercio. Il provvedimento lascia la possibilità ai Comuni di decidere su specifiche situazioni, considerate in contrasto con l'interesse generale e, per motivi di ordine pubblico, di vietare l'apertura di attivita' che comportino un addensamento di negozi extracomunitari nella medesima zona. Tutte le informazioni commerciali, compresi i prezzi delle merci, dovranno essere anche in lingua italiana. Sono consentiti termini stranieri che sono ormai di uso corrente nella lingua italiana.

I centri massaggi orientali vengono assimilati alle attività dei tradizionali centri estetici e perciò la loro apertura è subordinata al possesso di requisiti professionali "per garantire ai clienti un grado di professionalità e igiene conforme agli standard minimi".  Nel commercio ambulante viene inserito l'obbligo di non avere sanzioni amministrative pecuniarie iscritte a titolo definitivo e inevase nei confronti del comune concedente, per tutti coloro che chiederanno il rilascio o il rinnovo delle licenze. E' inoltre prevista l'istituzione di un apposito registro regionale del commercio ambulante, a disposizione delle amministrazioni comunali, che consentirà una gestione più attenta sui rinnovi e le concessioni delle licenze.