Milano, 4 febbraio 2012 - Era da poco trascorsa l'epoca giolittiana, nella quale la cara vecchia lira faceva "aggio" sull'oro. E ancora non era iniziata la guerra, che avrebbe abbattuto inesorabilmente il valore della nostra moneta. Bernardo M., classe 1882, originario della provincia di Milano, commerciante, decise di versare nelle Casse pubbliche dell'allora Regno d'Italia la somma di 1.600 lire, ottenendo un certificato di credito pubblico. All'epoca, una vera fortuna.

Ma qualche anno dopo Bernardo morì al fronte e solo qualche tempo fa, in un cassetto della vecchia casa paterna a Milano, in un baule pieno di foto di famiglia, Franca, la figlia che ha spento da poco le 107 candeline, ha ritrovato quell' antico documento. Ora l'anziana donna, assistita dall'unica nipote Gloria con l'avvocato Giacinto Canzona, ha deciso di richiedere quella somma rivalutata alla Banca d'Italia ed al Ministero delle Finanze: oltre 2 milioni e mezzo di euro.

Uno dei problemi è che la prescrizione sul credito scade dopo dieci anni, l'altro è che il calcolo della rivalutazione non è certo pacifico. Ma non ci sono sentenze già pronunciate su questo tema. e altri proprietari di antichi libretti possono provarci. Modalità e termini di partecipazione alla "class action" sono disponibili all'indirizzo di posta elettronica: infolibrettiantichi@libero.it