Milano, 24 gennaio 2012 - Alta tensione a Milano alla presentazione del libro e del film 'Acab'. Una ventina di aderenti al collettivo Zona Autonoma Milano (Zam) ha vivacemente contestato di fronte alla libreria Feltrinelli di corso Buenos Aires, accendendo fumogeni e lanciano petardi sul lato opposto della Feltrinelli che è stata blindata da un nutrito gruppo di carabinieri. I giovani reggono due striscioni che recitano ‘La vita reale non è un film’ e ‘Se il mondo vi odia ci sarà un perché’.

ACAB è un’espressione nata negli anni ottanta negli ambienti skinhead e sta a rappresentare l’ostilità nei confronti delle forze dell’ordine, negli stadi inglesi e non solo. Acab è quindi uno slogan usato dagli ultras e dai gruppi politici antiautoritari.

Mentre nell’affollata saletta al piano terreno della libreria la presentazione è continuata indisturbata, gli antagonisti spiegano che il film (che narra le storie di alcuni poliziotti del Reparto Mobile di Roma “per raccontare i soprusi e l’intolleranza rintracciabili ogni giorno nelle città in cui viviamo”) e l’omonimo libro di Bonini da cui è tratto, sarebbero “non obiettivi, parziali ed edulcorati”.

I giovani, parlando “a nome di tutte le vittime dei soprusi delle forze dell’ordine”, aggiungono che “Acab è tutti i giorni, è un tatuaggio inciso sulla pelle, una maglietta sfoggiata a testa alta, una scritta su un muro, uno stile, un motto che dilaga nelle piazze, è un odio transnazionale e transgenerazionale che cresce spontaneo sui corpi di ragazzi e ragazze che non hanno bisogno di vedere questo film per sapere il livello di mistificazione e falsità”