Milano, 23 gennaio 2012 - Giuseppe Gison ha deciso di scendere dalla torre faro vicina al binario 24 della stazione Centrale di Milano, dove era salito la sera dell'8 dicembre scorso, insieme a Carmine e Oliviero, per protestare contro la soppressione dei treni notturni diretti in meridione decisa dalle Ferrovie dello Stato. Una soppressione che ha lasciato a casa 800 lavoratori in tutta Italia. Detto altrimenti: tutti gli addetti ai convogli notturni. Giù dalla torre dopo 45 giorni.

Giuseppe è sceso intorno alle 23.30 di sabato, anche per via di una salute che si faceva sempre più precaria: il freddo delle ultime notti unito alla tensione della vertenza e agli inviti giunti in questi giorni dalla Filt-Cgil lo hanno convinto a scendere. Ieri Giuseppe si è riposato nella sua abitazione di Pinerolo Po, in provincia di Pavia, è stato con la sua famiglia. Una telefonata nel primo pomeriggio ai due colleghi rimasti sulla torre, per tranquillizzarli: «Sto bene, domani (oggi ndr) vengo a trovarvi sotto la torre. La lotta non si ferma».

Già, la lotta dei lavoratori Servirail, ex Wagon Lits, non si ferma. Aspettano che il ministro Corrado Passera - dopo aver riconosciuto la rilevanza della questione - convochi un tavolo nazionale che ridiscuta la soppressione dei treni notturni che da Milano, Torino e Venezia raggiungevano Puglia, Calabria e Sicilia. Oggi Giuseppe sarà di nuovo in Centrale, ma tra i binari, sulla banchina del binario 24. Nei primi giorni di febbraio potrebbe partire insieme ad una delegazione di lavoratori e ai rappresentanti sindacali per il presidio itinerante tra le regioni italiane coinvolte nelle vertenza, con partenza da Milano e tappa finale a Roma. A sperarci è la Filt-Cgil, promotrice del tour: «Ci auguriamo che ora Giuseppe partecipi al nostro viaggio di protesta per le regioni italiane, sarebbe importante averlo con noi» dice Stefano Malorgio, rappresentante sindacale della Filt. La speranza dei sindacati è che scendano dalla torre e si uniscano al presidio itinerante anche Carmine e Oliviero. Ma difficilmente succederà.

Sentite Carmine: «Non abbiamo intenzione di scendere dalla torre. Stiamo bene, oggi (ieri ndr) abbiamo ricevuto anche la visita della psicologa, che ci ha trovato in salute, dice che siamo meno tesi di qualche settimana fa. Ribadiamo che l'obiettivo della lotta è ottenere da Passera un tavolo nazionale che ripristini i treni soppressi. Resteremo qui sulla torre finché il tavolo non sarà convocato e la trattativa conclusa». Oggi proseguirà l'azione di moral suasion della Filt-Cgil per convincerli a scendere. Ma soprattutto, oggi partiranno i contatti con Cisl e Uil perché sostengano l'idea del viaggio di protesta e vi partecipino. Il tour partirà nei primi giorni di febbraio da Milano, toccherà le città di Torino, Bari, Reggio Calabria e Messina per concludersi a Roma, davanti ai Palazzi della politica.