Milano, 23 dicembre 2011 - “Green Hill: facciamo affari con la tortura e con la morte”, “Chiudete Green Hill": il caso dell'allevamento di beagle di Montichiari nel Bresciano torna a far discutere. Un centinaio di manifestanti si è dato appuntamento davanti a Palazzo Lombardia per chidere la chiusura della struttura, finita negli ultimi mesi nell'occhio del ciclone. I manifestanti si sono fatti sentire a suon di fischi e urla, indossando maschere da beagle. Nel corso della protesta gli animalisti hanno spiegato rivolgendosi al governatore Roberto Formigoni, “che fino a quando i cani non verranno liberati, noi non ci fermeremo”.

I manifestanti non si limitano a chiedere la chiusura del “canile delle torture”, con una petizione “chiediamo anche l’abrogazione del decreto legge del 1992, obsoleto - ha spiegato la rappresentante legale del gruppo, Elizabetta Negro - l’allevamento a scopo di vivisezione non può essere concesso in un paese civile”. La vicenda del canile di Green Hill di Montichiari  prosegue ormai da due anni. Nel corso di questo periodo non sono mancati manifestazioni e presidi a cui ha preso parte anche l’ex ministro del turismo Michela Brambilla.

Nella giornata di ieri lo stesso Governatore della  Regione era tornato sulla questione. “Ritengo che l’attività svolta dalla Green Hill offenda il sentimento dei milioni di italiani che amano gli animali e vogliono vederli rispettati - spiega il presidente Formigoni - in questi anni si è diffusa una nuova coscienza di tutela del benessere degli animali che non può in alcun modo prevedere che nella nostra Lombardia abbia sede l’unico allevamento italiano di cani beagle destinati alla vivisezione". Roberto Formigoni ha quindi annunciato lo studio di una proposta di legge per vietare l’allevamento di cani e gatti destinati alla vivisezione in tutto il territorio lombardo.