Milano, 13 dicembre 2011 - Svolta nell'inchiesta sull'ospedale San Raffaele di Milano. Dopo il fermo dell'uomo d'affari Pierangelo Daccò, è arrivato l'arresto dell'ex direttore amministrativo Mario Valsecchi, nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla Procura di Milano sul 'quasi' crack dell'azienda ospedaliera travolta da un miliardo e mezzo di euro di debiti.

 

ARRESTATO MARIO VALSECCHI -  L’ex direttore amministrativo del San Raffaele, è stato arrestato nella sua abitazione a Como e portato a San Vittore. Gli uomini delle sezioni polizia e finanza della polizia giudiziaria di Milano hanno perquisito anche un ufficio all'interno dell'ospedale milanese che era utilizzato dall'ex direttore amministrativo. Da quanto si è saputo, Valsecchi, nonostante si fosse dimesso dalla carica di direttore amministrativo quando gli era arrivata l'informazione di garanzia della procura, continuava ad utilizzare quell'ufficio. Gli investigatori hanno compiuto accertamenti anche riguardo ad alcune fatture emesse da fornitori esteri per l'ospedale.

 

"ASSOCIAZIONE A DELINQUERE" - La novità è che adesso i pm titolari dell'indagine, Luigi Erpi, Laura Pediro e Gaetano Ruta, ipotizzano, oltre al reato di bancarotta fraudolenta, anche l'associazione a delinquere. Dieci in tutto gli indagati: tra questi Valsecchi e Daccò, che era stato fermato per pericolo di fuga e al quale era stato contestato di avere contribuito alla creazione di fondi neri, attraverso pagamenti con sovrafatturazioni ai fornitori.  Per Valsecchi il gip Vincenzo Tutinelli parla di 'pericolo di reiterazione del reato'.

L'ex direttore amministrativo del San Raffaele sarebbe stato incastrato dalle dichiarazioni di 3 imprenditori: Fernando Lora, Paolo Freschi e Pierino Zanmarchi. Gli imprenditori, per l'accusa, avrebbero utilizzato lo stesso meccanismo dei costruttori Zammarchi, ossia la sovrafatturazione di costi a carico dell'ospedale e la retrocessione dei soldi agli ex vertici del San Raffaele tramite buste di contanti e bonfici per un valore di 4 milioni di euro.

Il gip, nell'ordinanza di custodia cautelare per l'ex direttore amministrativo dell'azienda ospedaliera, Mario Valsecchi, scrive che "sarebbe stato Mario Cal, ex vicepresidente della fondazione, morto suicida a luglio, il promotore dell'associazione a delinquere", della quale farebbero parte anche lo stesso Valsecchi, l'uomo d'affari Pierangelo Daccò, il suo braccio destro Grenci, gli imprenditori Pierino e Gianluca Zanmarchi (padre e figlio), Fernando Lora e Paolo Freschi. Non farebbe parte invece dell'associazione a delinquere Don Verzè.

 

"DISPONIBILITA' DI DENARO OCCULTE" - Il gip di Milano ha poi sottolineato che il San Raffaele era un ''sistema'' che si basava su un ''meccanismo finalizzato a creare sistematicamente disponibilita' di denaro occulte a vantaggio di Cal e dei suoi favoriti, innanzitutto Daccò".  Secondo  Vincenzo Tutinelli, stando a quanto dichiarato dai costruttori Zammarchi ''pagavano pressochè tutti i fornitori''. Il sistema era ''caratterizzato da consegne di cash''. Il gip ha aggiunto: "Emerge un contesto criminale non episodico nè individuato in isolate iniziative frodatorie quanto piuttosto un vero e proprio meccanismo finalizzato a creare sistematicamente disponibilità di denaro occulte e vantaggio di Cal e dei suoi favoriti, innanzitutto Daccò".

 

L'inchiesta della Procura di Milano era nata in parallelo con la richiesta di fallimento, poi respinta, avanzata dagli stessi pm al Tribunale fallimentare. Attualmente il San Raffaele è stato ammesso al concordato preventivo ed è stata aperta nei giorni scorsi un'asta per la sua futura gestione. In questo momento la maggioranza nel cda e' rappresentata dal duo Ior-Malacalza.