Milano, 22 novembre 2011 - Ipotizzano un reato di associazione a delinquere i pm nel caso San Raffaele. "La conferma del grave quadro indiziario sull'esistenza della ipotizzata associazione a delinquere emerge, con maggiore chiarezza, dalle dichiarazioni rese da Stefania Galli, da moltissimi anni al fianco di Mario Cal, quale segretaria personale" si legge infatti in un passaggio dell'ordinanza con cui il gip di Milano Vincenzo Tutinelli ha
convalidato il fermo e disposto il carcere per l'intermediario Pierangelo Daccò
. Il reato, che non è contestato, sembra, secondo quanto si apprende, un'ipotesi al vaglio degli inquirenti.

 

Gli inquirenti, dopo il suicidio di Mario Cal, vicepresidente dell'ospedale milanese, avvenuto il 18 luglio scorso, hanno ascoltato diversi testimoni per cercare di fare chiarezza nell'ambito dell'indagine sul dissesto finanziario del San Raffaele. Nelle carte vi sono anche le dichiarazioni rese dall'ex direttore amministrativo, da cui, secondo gli inquirenti, "è emerso che 'gonfiare' le fatture era uno strumento imprescindibile per creare dei 'fondi neri' nella disponibilità di Cal".

 

Ancora tra il resto compare una dichiarazione sempre dello stesso che a fronte della domanda su per quale motivo Cal consegnasse del denaro a Daccò, risponde: "Ero a conoscenza del fatto che Daccò fosse il principale tramite tra Cal ed i politici e i funzionari pubblici, nello specifico quelli della Regione Lombardia. Tant'è che quando Zammarchi ha consegnato questo denaro contante e Cal mi ha riferito che il destinatario della
somma era Daccò (...)". Nel documento si fa riferimento a una "ragnatela" dei "veicoli societari" esteri utiliazzati da Daccò. Intanto nel pomeriggio nei corridoi della procura i pm Laura Pedio e Luigi Orsi hanno sentito Pierino Zammarchi, per tre ore.