Milano, 16 novembre 2011 -   Sono in corso da questa mattina una ventina di perquisizioni da parte della Guardia di Finanza di Milano al San Raffaele e in sedi di società a lei collegati o con cui la struttura creata da Don Verzè ha avuto rapporti di lavoro. L'attività delle Fiamme Gialle rientra nell'inchiesta della procura di Milano, di cui sono titolari i pm Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta.

 

PERQUISIZIONI - Gli uomini della Guardia di Finanza di Milano sono al lavoro ti negli uffici della presidenza dell'istituto San Raffaele. Sembra sia stata perquisita anche la cascina, adiacente alla struttura ospedaliera, la residenza dei Sigilli, ovvero la 'famiglia' che vive con don Verzè: una decina di persone in gran parte dipendenti e dirigenti della Fondazione Monte Tabor.  Tecnicamente, i Sigilli, sono i 'soci dedicati' dell'Associazione Monte Tabor. Le perquisizioni della Guardia di Finanza nell'ambito dell'indagine della procura di Milano sul San Raffaele stanno riguardando anche la casa e l'ufficio di Daniela Maria Cattelan, segretaria di Don Verzè.

Gli uomini delle Fiamme Gialle hanno perquisito anche due barche riconducibili a Pierangelo Daccò, l'uomo in affari con il San Raffaele fermato ieri sera. Le due barche sono Amerika-London, che si trova nel porto di Ancona, e Ad Majora, cheè ormeggiata a Lavagna. L'attivita' dei finanzieri sta riguardando anche la società di revisione Argos, depositaria di alcune società estere di Dacco', di cui una con sede in Nuova Zelanda, le società Limes e
Juvans, sempre riconducibili al faccendiere, la societa' Vadic e le abitazioni e gli uffici di familiari e persone vicine a Daccò, accusato di concorso in bancarotta.

 

IL FERMO DI DACCO' - Martedì sera è stato fermato il faccendiere Piero Daccò, intermediario in rapporti d'affari e di consulenze con il San Raffaele. Giovedì o venerdì si terrà l'udienza di convalida per lui; la data dev'essere ancora stabilita dal gip Vincenzo Tutinelli.  Daccò sarebbe stato pronto a trasferirsi all'estero e per questo proprio ieri, da quanto si è saputo, inquirenti ed investigatori, dopo aver intercettato una telefonata che faceva capire che l'uomo d'affari stava per fare le valige e prendere un aereo, hanno deciso di fermarlo per strada a Milano, grazie all'individuazioend elle celle telefoniche. Ultimamente, da quanto si è saputo, Daccò, originario di Lodi ma residente a Londra e con interessi in Svizzera ed Olanda, 'faceva la spola' tra Lugano e Milano, senza però fermarsi mai troppo tempo nel capoluogo lombardo.

 

GLI INDAGATI - L'inchiesta dei pm di Milano Gaetano Ruta, Laura Pedio e Luigi Orsi, che vede al momento cinque indagati per concorso in bancarotta tra cui anche il fondatore dell'ospedale Don Luigi Verze', ha subito un'accelerazione anche dopo alcuni articoli di stampa che parlavano delle istanze di fallimento presentate dalla procura in relazione a due società, la Diodoro e la Methodo, dei costruttori Pierino e Giovanni Zammarchi, legate al S.Raffaele. Sono stati infatti gli stessi costruttori a chiedere di essere interrogati dai pm che li hanno sentiti ieri pomeriggio. Da quanto si e' saputo i due avrebbero fornito riscontri utili alle indagini e i verbali sono stati secretati.

Gli altri iscritti nel registro degli indagati per concorso in bancarotta sono: l'ex direttore finanziario Mario Valsecchi, a cui veniva contestato anche il reato di false fatturazioni e i costruttori Pierino e Giovanni Luca Giammarchi (padre e figlio), titolari di società che hanno fatto lavori per decine di milioni di euro per conto del San Raffaele. I magistrati ipotizzano che loro, come forse altri, abbiano fatto parte di un sistema che permetteva al San Raffaele di creare fondi neri. I lavori venivano sovrafatturati e pagati di più del dovuto così gli imprenditori retrocedevano una parte dei guadagni al San Raffaele che creava questi fondi neri.