Milano, 11 ottobre 2011 -  Arrestato per doping, ma scarcerato dopo 6 giorni per gravi problemi di salute connessi all’assunzione di farmaci vietati e pericolosi, il body builder 31enne Daniele Seccarecci, presentato nel 2010 al programma televisivo “Lo show dei record” come l’uomo con il braccio più grande del mondo.

Colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per concorso in violazione della legge antidoping a tutela delle discipline sportive e ricettazione, si era costituito mercoledì scorso, una volta rientrato da Las Vegas dove aveva partecipato a una competizione. Tuttavia, nei giorni trascorsi in carcere, come poi spiegato da lui stesso in un interrogatorio, ha preso 5 chilogrammi di peso, gonfiandosi per la ritenzione idrica dovuta all’assunzione di anabolizzanti ed estrogeni in preparazione della gara negli Stati Uniti. Oggi, dunque, gli sono stati concessi i domiciliari perché possa sottoporsi alla  “terapia di compensazione” del doping, una sorta di disintossicazione a base di diuretici.

Seccarecci - l’unico body builder professionista italiano riconosciuto dall’associazione internazionale Ifbb che ha all’attivo anche la partecipazione al programma “Il testimone” di Mtv - è accusato in concorso con altre quattro persone di violazione dell’articolo 9 comma 7 della legge 376/200, perché tra il 18 gennaio e l’aprile 2010 avrebbe assunto e commercializzato prodotti illeciti quali ormoni della crescita e anabolizzanti. Risponde inoltre di concorso in ricettazione per le importazioni illecite di tali sostanze dopanti comprate online all’estero, oppure al mercato nero, con false ricette e rubandole ai dispensari.

 

L’inchiesta, condotta dal Nas dei carabinieri attraverso pedinamenti, intercettazioni, perquisizioni e sequestri di sostanze all’aeroporto di Linate, è partita nel 2009 dal ricovero in ospedale di uno degli svariati acquirenti, un 32enne che dopo aver assunto sostanze illecite, si è sentito male.  Il pm Nicola Balice il 4 ottobre 2010 aveva chiesto l’arresto in carcere per Seccarecci e per il titolare di una palestra di Salerno, Giuseppe Pellegrino, tuttora latitante. Le misure sono state firmate dal gip Gianfranco Criscione undici mesi dopo e il 14 settembre sono finiti ai domiciliari il figlio di Pellegrino, Francesco, che lavorava con il padre in palestra; Giuseppe Conte, pure operante nel circolo di Pellegrino; e Annamaria Santoro, body buldier amatoriale. Disposto invece l’obbligo di firma per Gabriele Pinetti, body builder semiprofessionista indagato per il solo reato di ricettazione.

Una volta costituitosi, all’interrogatorio di garanzia ha spiegato la necessità di sottoporsi a una terapia di compensazione per i farmaci dopanti che aveva assunto per prepararsi alla gara di Las Vegas e aveva chiesto una misura alternativa al carcere. Il pm aveva dato parere favorevole, ma il gip aveva rigettato l’istanza. Poi, nei sei giorni trascorsi in carcere, non potendo seguire le terapie adeguate, si è gonfiato di liquidi per la ritenzione idrica, ottenendo infine gli arresti domiciliari. Secondo Balice, quanto accaduto “è la dimostrazione degli effetti devastanti del doping”.