Milano, 10 ottobre 2011 - Il D-day del San Raffaele targato Ior è oggi, giorno previsto per il deposito del piano di risanamento che ha avuto l’ok dal Consiglio d’amministrazione venerdì 7 ottobre. La richiesta di concordato preventivo - il piano salvezza che scongiuri il fallimento della Fondazione Monte Tabor - viene consegnata questa mattina al presidente del Tribunale fallimentare Filippo Lamanna. Sarà lui a valutare quale tra le due opzioni, la richiesta concordataria o la richiesta di fallimento avanzata dalla Procura di Milano per evitare tra l’altro «ulteriori dissipazioni», debba avere prevalenza.

Ma ci sarà anche, all’istanza di concordato del board affiancata dalla relazione dei periti attestatori Mario Cattaneo e Angelo Provasoli, un parere che verrà dai sostituti procuratori Luigi Orsi, Laura Pedio e Gaetano Ruta: si tratta di parere di congruità e praticabilità del piano, dal punto di vista della Procura e in base alle prerogative che questa ha rispetto a casi di insolvenza.

Il piano, in sintesi, prevede l’intervento dello Ior e della famiglia Malacalza per 250 milioni di euro in quote paritetiche. Contestualmente è previsto un accollo in capo alla Newco di passività stimate in circa 500 milioni di euro. Quindi è ratificato lo scorporo delle attività cliniche e di ricerca (comprese Laboraf, Resnati e Science Park). E allo studio c’è l’ipotesi di acquisizione del nuovo ospedale di Olbia e si vanno definendo accordi per le iniziative del San Raffaele G. Giglio di Cefalù e del San Raffaele del Mediterraneo di Taranto. Accanto alla Newco e controllata da questa nascerà una Fondazione con esclusivi compiti di salvaguardia dello spirito originale dell’istituto. A fianco, ma con sola connotazione onorifica, la fondazione di cui don Luigi Verzè sarebbe presidente.

Quanto questo possa bastare, da oggi lo valuterà il giudice fallimentare. Intanto i debiti del San Raffaele a fine ottobre hanno raggiunto quota 957,8 milioni, in crescita di 18,1 milioni rispetto al dato fermo al 30 giugno. Cosa che emerge dallo stesso piano di ristrutturazione approvato dal Cda. La situazione debitoria grava in particolar modo sui fornitori (circa 540 milioni), poi sulle banche (circa 230 milioni) e infine sui debiti infragruppo (per 76 milioni). Il patrimonio netto è negativo per 255 milioni. Negli ultimi due mesi dell’anno il San Raffaele stima di perdere altri 5 milioni di euro. Se il tribunale fallimentare desse via libera all’istanza concordataria, però, la cessione delle attività alla Newco formata da Ior e Malacalza genererà una plusvalenza di 125 milioni circa.

L’udienza per la discussione davanti al giudice è mercoledì 12 ottobre. La decisione potrebbe arrivare in una settimana o dieci giorni. E qualunque sia la valutazione del giudice, la Procura da quel momento avrà come referente o un presidente di Cda o un curatore fallimentare cui chiedere riscontri e contabili sulle dissipazioni o distrazioni che hanno portato il gioiello della sanità a un miliardo e mezzo di insolvenza.