Milano, 5 ottobre 2011 - Sgomberato un campo Rom abusivo formato da circa 50 baracche (133 persone, 48 minori). 41 famiglie sono quindi state allontate dal sito - posto in via Airaghi - definito "troppo pericoloso" dal Comune di Milano.

 Le famiglie ''sono state convinte ad allontanarsi perche' il campo si trovava a ridosso della tangenziale in una zona pericolosa. In quel punto, infatti - ha proseguito Granelli, assessore alla Sicurezza di Milano - la recinzione della tangenziale è danneggiata e i bambini avrebbero potuto finire sulla strada. Inoltre i fumi dei fuochi accesi nel campo provocavano problemi di visibilità ai guidatori e la situazione igienico-sanitaria dell'accampamento era al limite, anche per via della presenza di topi''.

 

Il Comune ha offerto agli uomini di alloggiare in via provvisoria nei centri di accoglienza e alle donne con bambini di sistemarsi nelle comunita' alloggio ''con la prospettiva di avviare un percorso personalizzato finalizzato all'inserimento sociale'', ha aggiunto l'assessore, che ha dovuto però constatare che ''le famiglie hanno preferito abbandonare il campo senza accettare la nostra proposta. Solo un uomo con problemi di salute, insieme alla moglie, ha accettato di alloggiare in una nostra struttura''.

 

Dura la replica della Consulta Rom e Sinti della città: "Se vogliamo citare le prime parole del nuovo vicesindaco: a Milano è finita la paura. No, per i rom la paura non finisce mai".

"Le persone sgomberate - continua la note della Consulta - provengono dal campo di via Triboniano, chiuso dalla Giunta Moratti alla vigilia delle elezioni. Di queste famiglie alcune sono state escluse nel 2007 quando il campo bruciò e la giunta lo sistemò riducendo però gli abitanti, con il risultato che molti, pur regolari e senza problemi con la giustizia, rimasero per strada, perdendo tutto quello che avevano".