Milano, 5 ottobre 2011 - Avrebbero inviato a circa 180 mila utenti e-mail "spazzatura": la Corte d’appello di Milano ha confermato la condanna a nove mesi per trattamento illecito di dati personali nei confronti di due manager di una società di telecomunicazioni. La sentenza di primo grado aveva rappresentato il primo caso di condanna per "spamming" dei responsabili di una newsletter.

 


In base alle indagini del pm di Milano Francesco Cajani, circa 180 mila utenti del web si erano iscritti alla ‘newsletter’ di un sito e avevano poi ricevuto e-mail pubblicitarie per le quali non avevano prestato il consenso alla ricezione. A far scattare l'inchiesta era stata denuncia del gestore di www.fuorissimo.com, sito di humor e barzellette fondato nel 1999. Il creatore del portale, Gianluca Costamagna, rappresentato dall’avvocato Alessia Sorgato, nel 2001 stipulò un contratto con la Buongiorno Vitaminic spa per la gestione del database di una "newsletter" chiamata ‘Fuorissimo day’: messaggi dal contenuto umoristico da inviare agli utenti che si erano iscritti attraverso il sito. I due responsabili della Buongiorno Vitaminic però tra il 2001 e il 2005, anche dopo la risoluzione del contratto con il gestore del sito, avrebbero continuato a ‘’recapitare’’ al ‘’39% degli iscritti alla lista ‘fuorissimo’’’, ossia circa 180 mila utenti, ‘’altre newsletter non richieste’’. Il 16 dicembre 2010 per loro è arrivata la condanna in primo grado, oggi la conferma in appello.

 

 

"In merito alla sentenza di condanna a 9 mesi - si legge in una nota dell'azienda -  con sospensione della pena, e 700 (settecento) euro di multa per trattamento illecito di dati personali e frode informatica emessa in data odierna da parte della Corte di Appello di Milano, per i due manager della società Buongiorno S.p.A. Andrea Casalini, Amministratore Delegato e Carlo Frigato, Direttore Finanza nonché, all’epoca dei fatti, responsabile del trattamento dati, la società conferma che la contestazione è scaturita da una denuncia della società Clever, titolare della newsletter "Fuorissimo" di cui Buongiorno curava l'invio fino al 2004 in forza di un contratto poi risolto di propria iniziativa.

 

Nell’annunciare la propria decisione di effettuare ricorso in Cassazione, Buongiorno s.p.a ritiene, oggi così come lungo tutto l’arco di questa lunga controversia giudiziaria iniziata sette anni fa, che la società e i suoi manager abbiano sempre agito nel pieno rispetto della legge, anche quando hanno deciso di esercitare, legittimamente, il diritto di risoluzione del contratto con Clever, atto peraltro mai impugnato avanti al competente giudice civile da quest'ultima. Buongiorno S.p.A. sottolinea altresì come l’impatto economico della vicenda, fosse, già all’epoca dei fatti, assolutamente trascurabile in valore assoluto e del tutto insignificante nell’ambito delle complessive attività di Buongiorno".