Milano, 15 settembre 2011 - "E' interesse e obiettivo comune della Fondazione San Raffaele e del Tribunale di Milano accelerare i tempi di presentazione della proposta di ammissione al concordato preventivo". Si tratta del messaggio inviato dal vice presidente del gruppo San Raffaele, Giuseppe Profiti, e dal super-consulente Renato Botti, ai sindacati.  L’Rsu dell’ospedale di Via Olgettina, dopo aver appreso l’intenzione dei Pm di presentare un’istanza di fallimento, hanno chiesto chiarimenti ai vertici del gruppo, che a loro volta hanno risposto con questa lettera. 

 ‘’L’incontro di oggi in Procura - prosegue la lettera -, come previsto, non era decisivo per le sorti dell’istituzione ma si trattava di una riunione interlocutoria, dedicata ad un primo esame del piano di concordato preventivo. Tale piano approvato ieri dal Cda, e reso possibile grazie all’offerta di acquisto del perimetro sanitario e scientifico del San Raffaele, ricevuta dallo Ior e da Vittorio Malacalza, rappresenta un impegno scritto irrevocabile e vincolante’’.
Per questo motivo ‘’è interesse e obiettivo comune della Fondazione San Raffaele e del Tribunale di Milano accelerare i tempi di presentazione della proposta di ammissione al concordato preventivo, corredata di ogni atto richiesto dalla legge e, a tal fine, si stanno valutando tutte le soluzioni necessarie per accelerare questa fase’’.

 

RIMANE RISCHIO FALLIMENTO - La Procura di Milano valuterà se procedere a una richiesta di fallimento per il San Raffaele. E’ quanto si è appreso al termine dell’incontro tra i legali del gruppo ospedaliero, il presidente del tribunale fallimentare Filippo Lamanna e i pm Luigi Orsi e Laura Pedio. Oggi, infatti, scade il termine indicato dalla Procura di Milano per la presentazione di un piano di salvataggio del San Raffaele di Milano, l'istituto fondato da Don Luigi Verzè e oberato da circa 1,5 mld di debiti.

Sempre da quanto si è appreso, gli avvocati del gruppo San Raffaele avrebbero però chiesto sei settimane per depositare il piano di salvataggio in tribunale. Sarebbe, infatti, stata consegnata soltanto una bozza dell’accordo presentato ieri al Cda del San Raffaele, illustrato a voce ai magistrati. I periti, Angelo Provasoli e Mario Cattaneo, sono in difficoltà nel concludere il lavoro in breve tempo. Secondo i pm, il problema non eè di merito ma di metodo perchè mancano i punti essenziale della bozza di proposta. Inoltre, non si puo' valutare la proposta visto che manca il ''bollo'' dell'attestatore.

 

SALVARE I PRECARI E SEDE DI TURRO - Chiedono di salvare i lavoratori precari dell'Istituto scientifico universitario San Raffaele di Milano e di non cedere la sede di Ville Turro. Si tratta dell'appello dei dipendenti del colosso sanitario fondato da don Luigi Verzè, che è in una mozione approvata oggi nel corso della superaffollata assemblea generale indetta dai delegati sindacali per informare sugli ultimi sviluppi della corsa al salvataggio dell'Irccs.

In mille hanno ascoltato il resoconto di quanto dichiarato ieri ai sindacati dal vicepresidente del cda Giuseppe Profiti e dalla delegazione dell'amministrazione. Poi la decisione di votare una mozione. I rappresentanti dei lavoratori l'hanno consegnata personalmente alla vicepresidenza, scortati da un corteo di dipendenti che si è mosso all'interno della struttura di via Olgettina.

Nel testo approdato sul tavolo della vicepresidenza, i lavoratori esprimono "contrarieta' alla dismissione di San Raffaele Turro" perchè ritengono "utile la presenza di un presidio sanitario in quella zona di Milano, anche in considerazione delle specificita' cliniche". La struttura di Turro, secondo i dipendenti dell'ospedale, "va sviluppata ad esempio ampliando i presidi ambulatoriali e di diagnosi". Nella mozione si chiede anche "che vengano stabilizzati i colleghi precari, indispensabili a garantire le prestazioni", e che "siano chiarite le responsabilita' nelle sedi deputate, in nome della trasparenza sulla gestione dei finanziamenti pubblici e per le necessarie misure atte a determinare una reale discontinuita' col passato".

Nel documento approvato dall'assemblea, che esprime la volonta' di "essere informata costantemente e tempestivamente", si chiede dunque al cda di attivare da lunedi' 19 settembre "un serio ed efficace tavolo che analizzi e contratti i processi riorganizzativi affinche' gli stessi non comportino un deterioramento degli standard dei servizi all'utenza, un aumento dei carichi di lavoro o una riduzione dei diritti, poiche' i lavoratori e le lavoratrici del comparto hanno gia' contribuito e continuano a farlo all'aumento della produttivita' e della qualita' dell'ospedale".

 

CONCLUSO INCARICO DI BONDI - Il mandato di Enrico Bondi come super-consulente del San Raffaele si è concluso. L'incarico, viene spiegato, è terminato a fine agosto, in concomitanza con la presentazione dello stato passivo del gruppo ospedaliero. D'altro canto, resta in sella Renato Botti, l'ex direttore generale del San Raffaele rimesso alla guida del gruppo dalla Santa Sede col compito di rilanciare le attività sanitarie.