Milano, 14 settembre 2011 - Scade domani il termine indicato dalla Procura di Milano per la presentazione di un piano di salvataggio del San Raffaele di Milano, l'istituto fondato da Don Luigi Verze' e oberato da circa 1,5 mld di debiti e, proprio domani, rispettando i termini, il progetto di concordato preventivo messo a punto dal nuovo management arrivera' sul tavolo sia del pm Luigi Orsi, il magistrato che si occupa del dossier San Raffaele, che su quello di Filippo Lamanna, presidente della sezione fallimentare del Tribunale milanese.

Per domani mattina, infatti, è atteso l'arrivo di una delegazione del gruppo sanitario negli uffici del giudice Lamanna. Ma l'incontro, gia' fissato per le 9.30, non sara' decisivo per le sorti dell'ospedale. Stando a quanto si apprende negli ambienti giudiziari sarà in generale una riunione interlocutoria, utile per un primo esame del piano di concordato prevenitivo. Il progetto, per di più, sarà oggetto di un'analisi molto più approfondita che sarà affidata a due "attestatori'', cioè due soggetti terzi esperti di valutazioni di questo tipo. Per questo compito la Fondazione San Raffaele Monte Tabor ha incaricato Mario Cattaneo, professore emerito di Finanza aziendale dell'Università Cattolica di Milano, e Angelo Provasoli, ex rettore dell'Università Bocconi. Ricevuto l'incarico i due accademici dovranno sbrigare a tempo di 'record' le loro riflessioni, 15 giorni in tutto. Nel frattempo il giudice Lamanna assegnerà il fascicolo ad uno dei suoi 'magistrati' e fisserà una nuova data per una ulteriore udienza tra le parti.

 

SALVATAGGIO OSPEDALE - Proseguono i lavori per il salvataggio del San Raffaele. A confermarlo, nella giornata del cda decisivo della fondazione San Raffaele del Monte Tabor prima dell'ultimatum della Procura di Milano, Vittorio Malacalza, uno dei membri del consiglio. "Abbiamo deliberato. Le cose vanno avanti, cerchiamo di salvare quest'eccellenza", ha spiegato uscendo dalla riunione del board, durata circa tre ore. E a chi gli chiede conferma della sua già ventilata partecipazione alla Newco che guiderà il rilancio dell'Istituto di via Olgettina, Malacalza ha risposto: "Penso proprio di si'". Hanno invece lasciato il settimo piano del Ciborio senza rilasciare dichiarazioni Ettore Gotti Tedeschi e Giovanni Maria Flick, rappresentanti della Santa Sede nel nuovo cda.

 

250 MILIONI DA IOR E MALACALZA - “E’ arrivata questa mattina un’offerta irrevocabile da parte dello Ior e della famiglia Malacalza”. E' quanto ha detto il vice presidente della Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, Giuseppe Profiti,  dopo il Cda stamattina. Il salvataggio del San Raffaele prevede la costituzione di una newco a cui lo Ior e la famiglia Malacalza contribuiranno in modo paritetico con un’iniezione di capitale di 250 milioni complessivi e accollandosi 600-700 milioni di debito. Nella newco confluiranno le attività core del San Raffaele comprese quelle della società che si occupa di fornire energia al complesso sanitario. Profiti ha poi fatto sapere che ''al fianco della newco sorgerà una nuova Fondazione''.

Profiti ha poi sottolienato: "L'offerta di salvataggio del San Raffaele è motivo generale di soddisfazione' ed è un primo passo concreto finalizzato a trasmettere serenità e a tutelare i 5 mila lavoratori e famiglie del gruppo ospedaliero". Nell'ambito del piano di salvataggio del San Raffaele entra anche una charity internazionale che possiederà il 20% della newco in cui confluiranno gli asset in bonis del gruppo ospedaliero. E' quanto ha indicato al termine del cda il consigliere Maurizio Pini rispondendo con tre sì alle domande dei giornalisti.

 

LA SEDUTA DEL CDA - Durante la seduta, alla quale ha partecipato anche il sacerdote-manager don Verzè, dovrebbero essere state definite una volta per tutte le linee del concordato preventivo con i creditori, da presentare in tribunale a Milano. Secondo quanto ripetono fonti vicine ai piani alti del Ciborio, è questa la strada tracciata per mettere le basi al rilancio dell’Istituto oppresso da debiti per 1,5 miliardi di euro.

Nel cda di oggi dovrebbe essere stato definito anche il perimetro della Newco che guiderà le attività di salvataggio e rinascita del gruppo, e che si farà carico del passivo accumulato. Nella Newco dovrebbero entrare lo Ior, l’imprenditore Vittorio Malacalza e dovrebbe avere un ruolo anche la charity internazionale che ha promesso una maxi-donazione da un miliardo di dollari spalmati in 5 anni. A quanto si apprende, “è prevista la possibilità di una partecipazione garantita nella Newco per questa charity, che e’ una di quelle vicine alla galassia dell’imprenditore George Soros, con una quota non superiore al 20%”. La maxi-donazione sarà destinata formalmente all’Università Vita-Salute San Raffaele, attraverso la Fondazione Marcus Vitruvius, e servira’ a finanziare le attivita’ didattico-cliniche. Tutto questo salvo salvo sorprese dell’ultimo minuto.