Milano, 14 agosto 2011 - È tutta in un fazzoletto, fra il quadrilatero della moda e corso Vittorio Emanuele. Milano, in agosto, finisce qui. Perché solo qui ci sono i negozi aperti, a tutto beneficio dei nuovi ricchi che non sentono la crisi. Li vedi camminare, sorridenti e carichi di borse: folti gruppi di cinesi, famiglie indiane e avvenenti ragazze russe. Qualche anno fa, d’estate, anche le boutique del lusso erano chiuse. Poi le grandi griffe devono aver capito che gli affari agostani vanno a gonfie vele e che conviene rinunciare alle vacanze. Tutti, tranne Valentino che si ostina a marcare la differenza.


Nel resto della città
, invece, non ci sono differenze. C’è il deserto, quasi ovunque. D’accordo, altri 250mila cittadini sono in partenza in questi giorni, cui si aggiunge la fetta di quelli che sono già in vacanza. Ma si calcola che quest’anno lascerà il capoluogo lombardo l’8 per cento in meno e restaranno a casa in 500 mila. Conclusione, di negozi aperti ce ne vorrebbero di più. A Palazzo Marino ne sono convinti. Tanto che qualcuno ha parlato di «saracinesche alzate nell’80 per cento casi». Magari fosse vero. La sensazione è che questi dati siano diffusi o da chi non vive in città oppure da chi ha voglia di fare uno scherzo. Di cattivo gusto, però. Chiedetelo, per esempio, agli abitanti della lunghissima via Ripamonti che, dati raccolti ieri pomeriggio dall’Osservatorio di Milano diretto da Massimo Todisco, si trovano con tre bar aperti e neppure un panificio.

 

Non servono ricerche sofisticate. Basta un giretto. In corso di Porta Vigentina è tutto chiuso, in Porta Romana due bar aperti su ventotto, fra via Correnti e corso Genova un pubblico esercizio in funzione su dodici. Situazione desolante lungo la Cerchia dei Bastioni, dove la serrata sembra totale: da via Santa Sofia a Visconti di Modrone c’è aperto un bar tabacchi che, verso mezzogiorno, si presenta affollatissimo.

 


Secondo l’assessore al Commercio, Franco D’Alfonso, i pubbliciesercizi aperti ad agosto sarebbero 5.800, il 20 per cento in più rispetto al 2010. Sarà. Ma se il dato corrisponde al vero, scovare questi negozi appare un’impresa titanica. In ogni caso, è tutto on line sul sito web del Comune, dove è possibile consultare una guida aggiornata con la mappa dei negozi che hanno aderito a «Milano Aperta d’Agosto». Qualche anno fa il libricino salva vita era pure cartaceo e, stando al parere dei commercianti, era pure più efficace, perché «consultabile in qualunque momento e da tutti, anziani compresi».

 

Bisogna tornare al 2009, anno in cui per la prima e forse unica volta si evitò la serrata selvaggia. L’ex assessore Giovanni Terzi ci pensò per tempo, approvando un piano di incentivi per chi avesse garantito l’apertura agostana. Funzionò, in effetti. Il presente è diverso. Ed è nel racconto di Todisco: «Ho chiamato lo 020202, dicendo di avere la casa allagata e chiedendo di trovare un idraulico, uno qualsiasi. Risposta: non ce ne sono, chiami i Pompieri».