Milano, 1 agosto 2011 - Occhi puntati sulla Corte dei Conti della Lombardia che, nei prossimi mesi, emetterà la sentenza sul presunto danno erariale di Filippo Penati e dei suoi assessori. Un danno che la magistratura contabile ha già quantificato nel giugno 2010 e che ammonta a «76,4 milioni di euro». E’ probabile che i pm di Monza, Walter Mapelli e Franca Macchia, acquisiranno anche questi documenti, nel tentativo di mettere a fuoco l’affare Serravalle, cioè l’acquisto da parte dell’allora presidente della Provincia Penati del 15 per cento delle azioni di Marcellino Gavio al prezzo di 238 milioni di euro. Secondo la Corte dei Conti l’operazione del luglio 2005, ribattezzata come il «blitz dell’estate» sarebbe «priva di qualsiasi utilità», nonché caratterizzata da «diversi profili di danno erariale».

In sostanza, Penati pagò le azioni di Gavio 8.9 euro ciascuna (quando il re delle autostrade le aveva pagate, un anno prima, 2,9), mentre quelle azioni non sarebbero valse più 6 euro. Calcolatrice alla mano, 76,4 milioni in più del valore massimo di mercato. Quella cifra, dunque, sarebbe il danno erariale che Penati (assieme agli assessori che votarono la delibera in giunta: tutti quelli in carica, tranne i pochi fortunati che in quell’occasione erano assenti) potrebbero essere chiamati a rifondere.

 

Altro fronte, sempre per quanto riguarda l’autostrada dei veleni, arriva da Genova, dove nel 1999 l’attuale sindaco Marta Vincenzi (all’epoca ex presidente Ds della Provincia) vendette fra le polemiche le azioni Serravalle a Gavio al prezzo di 1,6 euro ciascuna. Marcellino, cinque anni più tardi, le rivenderà a Penati a 8,9 euro.

Tempi duri per quello che in Provincia veniva chiamato, fra i serio e il faceto, «il clan del sestesi». La magistratura contabile potrebbe aggiungere altri guai per Penati e per il suo ex segretario generale, Antonino Princiotta. Sembra lontanissimo quel luglio 2005, quando Penati e i suoi, dopo aver perfezionato l’operazione Serravalle, brindarono in una sala di Palazzo Isimbardi. Naturalmente a champagne.