Milano, 28 luglio 2011 - La situazione del San Raffaele «non è drammatica». Così ha parlato Giuseppe Profiti alla gente di don Verzè, provata dal dissesto finanziario del colosso scientifico-sanitario culminato col suicidio di Mario Cal, l’ex vicepresidente plenipotenziario che si è sparato nel suo ufficio undici giorni fa. Erano più di trecento ad ascoltarlo, ieri, nell’aula San Raffaele.

 

Medici e ricercatori, primari, direttori di unità e dirigenti, le prime linee della corazzata di via Olgettina. «Forse eravamo un po’ troppi», ha sorriso alla fine un direttore di dipartimento. In effetti, i grandi nomi del Monte Tabor si attendevano una riunione più ristretta per affrontare nel dettaglio l’emergenza bilancio e discutere delle strategie per rilanciare la struttura.

 

Invece, sono accorsi in massa (ne erano stati invitati solo un centinaio) all’appuntamento per farsi rassicurare sul futuro dell’ospedale da Profiti, il manager incaricato di traghettare il San Raffaele fuori dal baratro di un debito da un miliardo di euro, più della metà nei confronti dei fornitori. «Siamo grandi - ha esordito l’uomo della Santa Sede - e continueremo ad esserlo anche nelle difficoltà». Il manager si è presentato accompagnato da Renato Botti, l’ex direttore generale allontanato dai vecchi vertici a inizio anno e recuperato da quelli nuovi in veste di super-consulente: «Non capita a tutti - la sua battuta - di fare il discorso d’inizio due volte nello stesso posto». Poi si è fatto serio: «Siete bravi oggi tanto quanto lo eravate qualche mese fa: ora bisogna mettere insieme il lavoro di tutti per uscire dalle difficoltà».

 

Una situazione che alcuni non esitano a definire «molto critica», con buona pace delle rassicurazioni del dirigente chiamato dal cardinale Tarcisio Bertone. Il nuovo management non si concederà pause estive; il consiglio d’amministrazione salterà solo le settimane a cavallo del Ferragosto. «È ancora tutto poco chiaro - avrebbe ammesso Profiti - e servirà quantomeno tutto il prossimo mese per avere un quadro preciso dei conti». Solo allora si potrà varare il piano di risanamento finanziario, che dovrà arrivare sul tavolo della Procura entro il 15 settembre. Domani nuova riunione del Consiglio d’amministrazione, già fissate le date degli altri vertici al settimo piano del Ciborio: 5 e 26 agosto. Sempre domattina Profiti incontrerà i sindacati dei lavoratori del San Raffaele. Operazione fiducia, atto secondo.

 

Intanto, il risanatore Enrico Bondi si sta occupando delle cosiddette attività non core, cioè che poco hanno a che fare con assistenza, ricerca e università, al fine di ripianarne il passivo: non è escluso, anzi è molto probabile, che molte delle velleitarie iniziative messe in piedi dal fondatore don Luigi Verzè vengano immediatamente dismesse. A proposito del sacerdote manager, molti hanno notato la sua assenza: «Doveva metterci la faccia - riflette un camice bianco - Hanno parlato di continuità e delle radici di questo ospedale e poi non c’è quello che l’ha creato dal nulla». Il nome di Mario Cal non lo fa nessuno, ma il riferimento non ha bisogno di sottotitoli: «C’è una persona che ha dato la vita per il San Raffaele. E don Verzé dov’è?».