Milano, 27 luglio 2011 - Il grande accusatore presenta il conto: «Monica Rizzi mi aveva dato del millantatore: ora farebbe bene a dimettersi». Si prende la rivincita Marco Marsili, silurato a febbraio proprio dall’assessore lombardo allo Sport, dalla quale era stato assunto «dieci giorni prima» per coordinarne la comunicazione. Ai tempi, il giornalista aveva invitato la leghista «a occuparsi piuttosto del fascicolo aperto su di lei per abuso di professione (si sarebbe spacciata per psicologa senza averne i titoli, ndr)».

Ed è stato sempre lui, con un esposto alla Procura di Brescia per trattamento illecito di dati personali, a far scattare l’inchiesta del pm Fabio Salamone: ieri mattina, le perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici e a casa dell’esponente leghista, nel mirino per presunte attività di dossieraggio finalizzate a facilitare la corsa di Renzo Bossi alle ultime elezioni regionali. «Ne sono venuto a conoscenza qualche tempo fa - ricorda Marsili - scoprendo che aveva preso informazioni anche su di me: non ho fatto altro che andare dall’autorità giudiziaria, come avrebbe fatto qualsiasi cittadino onesto». D’altro canto, «quei nomi sottoposti a indagini illegali dal maresciallo delle Fiamme Gialle Francesco Cerniglia io li avevo già sentiti». Quando? «Nel 2010, durante la campagna elettorale.

La Rizzi mi disse: “Per fortuna abbiamo scoperto che quella persona non era degna della nostra fiducia...”. Quando ho ricollegato i fatti, tutto si è chiarito: ha fatto fuori i leghisti bresciani più importanti per evitare che sottraessero voti al figlio del Senatur». In effetti, il Trota è entrato in pompa magna in via Filzi, con 13 mila preferenze conquistate «in un territorio - assicura Marsili - dove oggi se ne sono perse le tracce». Dossier su uomini del Carroccio, insomma. E non solo: «A me risulta - assicura Marco Marsili, scrittore e docente all’Università dell’Insubria - che siano state prese informazioni anche sul marito del vicesindaco di Salò (Stefania Zambelli, ndr), che non c’entrava nulla con la vicenda: forse si son fatti prendere la mano...».

Cosa contengono quei report? «Situazioni patrimoniali, bilanci di aziende in difficoltà, persino il nome degli alberghi che quella gente ha frequentato. Insomma, ciò che concerne la sfera privata e che può essere usato per screditare un politico». O un giornalista come lui: «Sono andato dai magistrati anche per avere la possibilità di costituirmi parte civile contro la Rizzi». Già, il suo ex capo, seppur per poco meno di una settimana: «Ora tutti sapranno chi è: se avesse un minimo di decenza sarebbe già andata a casa da un pezzo».