Milano, 25 luglio 2011 - San Raffaele, si muove la Regione. Nei giorni scorsi, Enrico Marcora, consigliere dell’Udc, ha proposto l’istituzione di una commissione d’inchiesta per far luce sul megadebito da più di novecento milioni di euro dell’ospedale: oggi inizierà la raccolta firme (serve l’adesione di un terzo dei componenti dell’assemblea), poi la richiesta arriverà sul tavolo dell’ufficio di presidenza.

«Il Pirellone si farà garante del risanamento - assicura l’esponente centrista - affinché non venga disperso un patrimonio enorme». Anche il Partito democratico si è attivato: «Vogliamo vederci chiaro - fa sapere Sara Valmaggi -. Siamo preoccupati per il futuro dei quattromila dipendenti della struttura». Il primo passo potrebbe essere un’interrogazione all’assessore alla Sanità, Luciano Bresciani: «Chiederemo che venga a riferire in Commissione sulla situazione del polo sanitario: tuteleremo un’eccellenza riconosciuta a livello europeo, nell’interesse dei pazienti e dei dipendenti della struttura».

Difficile, invece, spulciare nei conti della Fondazione: il San Raffaele è un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) di diritto privato convenzionato con Palazzo Lombardia, ma non ha l’obbligo di depositare i bilanci. «Aspettiamo l’esito dell’incontro di domani (oggi, ndr)», chiosa la consigliera Valmaggi. Sì, perché stamattina alle 10 è in programma in via Olgettina un incontro tra i sindacati e i responsabili dell’azienda: «Risposte concrete non più promesse - chiede Tiziana Scalco, segretaria della Camera del lavoro di Milano -. I lavoratori sono giustamente in ansia per le notizie degli ultimi giorni, specialmente dopo il suicidio dell’ex vicepresidente Mario Cal». Quindi, «vogliamo un quadro più dettagliato, al netto delle rassicurazioni del nuovo Cda», che ha deciso di puntare tutto su assistenza sanitaria, ricerca e università. Non è escluso che alla riunione si presenti anche un membro del Consiglio d’amministrazione targato Santa Sede: «Sarebbe un bel segnale da parte del management, visto che la situazione è particolarmente complicata». D’altro canto, la nomina del risanatore Enrico Bondi come superconsulente del board di via Olgettina «è garanzia di serietà». In effetti, i dirigenti scelti dal Vaticano non si stanno risparmiando: anche ieri si sono presentati in ufficio per proseguire il lavoro di ricognizione contabile. Hanno ancora cinquanta giorni di tempo per studiare un piano di ristrutturazione finanziaria e scegliere tra il concordato preventivo e l’amministrazione controllata; in caso di mancato rispetto della scadenza fissata dalla Procura, arriverà l’istanza di fallimento.