Milano, 21 luglio 2011 - Si è autosospeso dalle cariche Filippo Penati, indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti dalla procura di Monza.

"Ribadendo la mia totale estraneità ai fatti per rispetto dell’istituzione mi autosospendo da vicepresidente". Filippo Penati con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio, Davide Boni, al presidente della Regione, Roberto Formigoni e ai capigruppo ha annunciato la sua autosospensione da vicepresidente. “A seguito del mio coinvolgimento nella vicenda giudiziaria relativa all’area Falck di Sesto San Giovanni - scrive Penati nella lettera - desidero ribadire la mia totale estraneità ai fatti. In merito anche alle notizie apparse sulla stampa voglio precisare che non ho mai chiesto e ricevuto denaro da imprenditori. Voglio altresi ribadire la mia assoluta fiducia nell’operato della magistratura. Per profondo rispetto dell’istituzione nella quale sono stato eletto e per evitare ogni imbarazzo al Consiglio mi autosospendo dall’esercizio e dalle prerogative di vicepresidente, certo che tutto verrà completamente chiarito e confido a breve”.

“Da subito - spiega Penati - rinuncio alle prerogative connesse alla vicepresidenza , non parteciperò più all’ufficio di presidenza e già dal prossimo consiglio siederò tra i banchi dei consiglieri di minoranza. Sono certo di interpretare anche i sentimenti di chi mi ha eletto nel voler garantire in queste circostanze il massimo rispetto delle istituzioni".

PIPPO CIVATI ribatte con sdegno. "Mi segnalano un articolo secondo il quale sembrerebbe che ‘il biondino Pippo Civati, rottamatore e già compagno di merende di Matteo Renzi, stia guardando con interesse alla carica di vicepresidente del consiglio regionale’. Al posto di Filippo Penati. Ovviamente non è affatto vero - dice il consigliere regionale lombardo - non c’è alcun interesse, e alcuna sua manifestazione, nè da parte mia, nè da parte di altri. Oltre a non essere vero, è molto triste, anche, che tutto sia ridotto a questo schifo. Ogni volta che si può".

Da Roma il segretario del Pd Bersani, intervenuto in su seminario del partito dedicato alla democrazia e senza fare accenni all'attualità, esprime un plauso velato al comportamento di Alberto Tedesco e Filippo Penati. Entrambi infatti si sono subito dimessi dagli incarichi che ricoprivano nel momento in cui sono finiti sotto inchiesta. "Sul tema della legalità serve trasparenza, onestà, sobrietà, bisogna dire parole chiare, essere intransigenti e rigorosi" sostiene Bersani e questo vuol dire che "se c'è un problema con la magistratura, la magistratura deve fare il suo mestiere ed è corretto che chi è indagato faccia un passo indietro se ha funzioni pubbliche".  "Un deputato o un senatore e nemmeno un amministratore - ha aggiunto il segretario del Pd - non deve essere diverso da un marocchino".

Il numero uno del Consiglio regionale, il leghista Davide Boni, interviene sulla decisione di Penati, esprimendo apprezzamento per il gesto. Il presidente afferma: "Prendo atto della lettera ricevuta dal Vicepresidente Penati, auspicando che possa chiarire presto la sua posizione per garantire all'Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale lombardo di continuare a lavorare con la preziosa collaborazione della totalità dei suoi membri. Personalmente apprezzo il gesto di grande responsabilità compiuto da Penati nei confronti del Parlamento regionale".